Era ora! L’Italia avrà la sua Agenda digitale. Questo giornale ha fatto della diffusione dell’economia e dei servizi di Internet, della realizzazione delle infrastrutture a banda larga, dello switch off digitale dei servizi della PA (che può davvero fare da traino e non più da ostacolo alla modernizzazione del Paese) un caposaldo prioritario della propria iniziativa editoriale. Ne abbiamo parlato spesso nei nostri editoriali, a costo di apparire ripetitivi; ma ci è parso necessario dare il nostro modesto contributo per concorrere a smuovere le acque dopo anni di dichiarazioni altisonanti, seguite troppo spesso da fatti meno esaltanti. Nella convinzione che sarà proprio l’economia digitale (e Agenda Digitale deve volere dire proprio questo) a trainare l’Italia fuori dalla crisi dando una spinta determinante alla crescita del Pil e dell’occupazione qualificata, al risanamento dei conti pubblici (l’Ict non è una spesa ma un investimento che fa risparmiare), alla riqualificazione in chiave europea dei servizi offerti dallo Stato ai cittadini.
L’Italia digitale è indietro (tutti i dati lo mostrano) ma non partiamo per fortuna da zero. C’è un “depositato” frutto anche del lavoro dei governi passati (basti pensare a E-gov 2012) che va recuperato e rilanciato per quanto non è stato possibile fare sinora. E ci sono importanti progetti di sviluppo delle infrastrutture che vanno ripresi.
Si è criticato il governo Monti per la mancanza di un sottosegretario con delega ad Internet. A noi pare che una cabina di regia con tre ministri importanti come Passera, Profumo e Patroni Griffi sia molto più efficace perché ha maggiore peso politico e migliori possibilità di incidere nelle scelte complessive del Governo e dell’amministrazione pubblica. Passera per il peso determinante che può avere il suo ministero nello sviluppo della banda larga; Profumo per la responsabilità affidatagli di coordinare l’innovazione; Patroni Griffi cui spetta il non facile compito di digitalizzare funzionamento e soprattutto mentalità della macchina pubblica. L’importante è che la cabina di regia operi in maniera coordinata e concorde, in linea con l’Agenda Ue 2020, con cronoprogrammi ed obiettivi intermedi ben individuati e rispettati.