LA DECISIONE

Uber vìola il Gdpr, Garante Privacy avvia un procedimento sanzionatorio

Informativa incompleta, dati trattati senza un valido consenso e mancata notifica della geolocalizzazione degli utenti le “accuse” rivolte alla app

Pubblicato il 21 Dic 2018

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Informativa incompleta, dati trattati senza un valido consenso, mancata notifica della geolocalizzazione degli utenti. Queste le violazioni accertate nei confronti di Uber dal Garante Privacy italiano, che avvierà un autonomo procedimento sanzionatorio e segnalerà la questione anche alle altre Autorità europee.

L’istruttoria del Garante era stata aperta a fine 2017, non appena la sede americana della multinazionale – che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso una “app” che collega direttamente passeggeri e autisti – aveva annunciato di aver subito un attacco informatico che aveva coinvolto i dati personali di milioni di persone, tra cui un numero molto elevato di italiani.

Nel corso delle ispezioni effettuate presso la sede italiana della società, avviate per accertare la portata nazionale del data breach, sono emerse varie irregolarità riguardo al trattamento dei dati di utenti presenti nel nostro Paese. Innanzitutto – fa sapere il Garante –  era stata fornita un’informativa privacy non corretta e incompleta. Ad esempio, diversamente da quanto indicato, il titolare del trattamento dei dati non è solo la società di diritto olandese Uber B.V. ma anche la capofila statunitense Uber Technologies Inc., in quanto entrambe condividono il potere decisionale in merito ai servizi offerti in Europa.

Nell’informativa, inoltre, non erano sufficientemente specificate le finalità del trattamento, i riferimenti ai diritti dell’interessato apparivano generici e lacunosi, e non era neppure chiaro se gli utenti fossero obbligati o meno a fornire i propri dati personali,  né quali fossero le eventuali conseguenze in caso di diniego.

Il Garante ha poi rilevato che la multinazionale ha trattato senza un idoneo consenso i dati dei passeggeri  per poterli profilare sulla base di un indicatore di rischio frode.

Infine Uber non ha rispettato l’obbligo di notificare all’Autorità il trattamento dei dati per finalità di geolocalizzazione, così come previsto dalla normativa in vigore prima del nuovo Regolamento Ue sulla protezione dei dati personali (Gdpr).

Alla luce degli esiti ispettivi, il Garante avvierà immediatamente un autonomo procedimento per contestare le violazioni amministrative già accertate.

Per verificare la conformità al Regolamento Ue dei trattamenti attualmente posti in essere da Uber, copia del provvedimento del Garante italiano sarà trasmessa anche all’Autorità privacy olandese, capofila tra i Garanti europei per quanto riguarda i trattamenti transfrontalieri di dati effettuati da Uber.

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