Industria 4.0, startup e tecnologie di ultimissima generazione. Ecco il digitale 4.0 nella manovra 2019 in fase di approvazione finale: il voto alla Camera è previsto il 29 dicembre.
Sul fronte smart manufacturing la grande novità riguarda il cloud. Dopo il pressing di Confindustria Digitale, che ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, l’intervento è stato inserito nel maxi emendamento già licenziato dal Senato. Nel dettaglio viene stabilita la maggiorazione al 140% della deducibilità dei canoni pagati per servizi e software fruiti su cloud.
Per quanto riguarda l’iperammortamento, la manovra fa slittare i termini della maggiorazione per gli investimenti 4.0 per un anno – si tratta di ordini effettuati dal 1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2019 con consegna entro 31 dicembre 2020 – e introduce aliquote differenziate: 270% per i progetti fino a 2,5 milioni; 200% per quelli tra 2,5 e 10 milioni; 150% per quelli tra 10 e 20 milioni. Previsto un tetto massimo per gli investimenti pari a 20 milioni, oltre i quali non ci si può avvantaggaire della maggiorazione. Confermato l’incentivo per i beni immateriali al 140%.
Le risorse per la Nuova Sabatini, che garantisce alle Pmi un contributo pari al 3,575% del capitale preso in prestito, sono pari a 480 milioni.
Novità anche sul fronte credito di imposta per l’R&S. Il tetto massimo scende da 20 a 10 milioni mentre l’aliquota passa dal 50% al 25%. Il bonus resta del 50% per le spese che riguardano il personale dipendente e per i contratti stipulati con università, enti di ricerca e startup innovative.
Viene rinnovato il credito d’imposta per le attività di formazione con tre aliquote diversificate per dimensione di impresa: 50% per le piccole con un tetto massimo di 300.000 euro, 40% per le medie imprese e 30% per le grandi con un tetto di 200.000 euro per azienda.
Il voucher per l’Innovation Manager è introdotto per “sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”. L’incentivo a fondo perduto è pari a 40.000 euro per le micro e piccole imprese nel limite del 50% della spesa; 25.000 euro per le medie imprese nel limite del 30% della spesa; 80.000 euro per le reti d’impresa nel limite del 50% delle spese sostenute. Sul piatto 25 milioni di euro all’anno.
Nella manovra 2019 si prevedono inoltre misure per il settore della Microlettronica: “è istituito un fondo finalizzato all’erogazione dei contributi alle imprese che partecipano alla realizzazione dell’importante progetto di interesse comune europeo (Ipcei) sulla microelettronica, con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, di 60 milioni di euro per il 2021 e di 83,4 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024″.
Focus anche sulle startup per le quali è “è stato introdotto un insieme di misure volte a incentivare la destinazione di risorse finanziarie ai Fondi di Venture Capital, piccole e medie imprese e startup innovative”. Sono aumentate le agevolazioni fiscali previste per persone fisiche e giuridiche che investono in startup innovative: dal 30% si passa al 40%, offrendo così una maggior leva fiscale e stimolando la propensione al rischio ed all’investimento.
Infine blockchain, AI e internet delle cose, tecnologie per le quali sono in arrivo 15 milioni di euro all’anno per il 2019 e il 2020.