IL DEBUTTO

E-fattura al banco di prova, coinvolte 2,8 milioni di imprese italiane

Con il 2019 è scattato l’obbligo di fatturazione in formato digitale. Si conteranno tre miliardi di documenti elettronici emessi entro l’anno. Ma la strada non è in discesa, Claudio Rorato (Polimi): “Il vero potenziale potrà esprimersi quando le imprese investiranno nella digitalizzazione di interi processi operativi”

Pubblicato il 02 Gen 2019

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La fatturazione elettronica obbligatoria è finalmente entrata nel vivo. A partire da ieri, infatti, il 56% delle partite Iva ha l’obbligo di rilasciare il documento in formato esclusivamente digitale. Stando alle valutazioni dei ricercatori dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b del Politecnico di Milano, sono circa 2,8 milioni le imprese coinvolte e si conteranno tre miliardi le e-fatture emesse nel 2019.

In questo passaggio, però, le difficoltà attuative “non mancano e alcuni affanni sono evidenti” rileva Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b, commentando i dati diffusi dall’Osservatorio. Ma secondo Rorato “il vero potenziale della fattura elettronica potrà esprimersi a regime e quando le imprese faranno un salto culturale oltre l’adempimento e investiranno nella digitalizzazione di interi processi operativi e non solamente sulla dematerializzazione di un documento. La collaborazione che si instaurerà all’interno degli ecosistemi, sarà il vero salto in avanti del sistema impresa con livelli superiori di efficienza, di collaborazione e di tempestività informativa”

I soggetti coinvolti dalla normativa più avanzata d’Europa

Si tratta comunque di un cambiamento epocale: sono 4.500 le grandi aziende italiane, 250mila le Pmi e 2,5 milioni le micro imprese che sono da oggi tenute a emettere fatture esclusivamente in formato digitale nelle transazioni tra tutti gli operatori residenti e stabiliti sul territorio nazionale, per un totale di circa 3 miliardi di fatture elettroniche stimate nel 2019. L’Osservatorio del Politecnico segnala che saranno invece esclusi dall’adempimento circa 2,2 milioni di soggetti, fra cui medici (260 mila), farmacisti (75 mila), società sportive dilettantistiche (63 mila) e partite Iva col regime dei minimi o forfettario, la cui soglia è stata elevata a 65 mila euro. Con questa misura, rimarca Rorato, l’Italia si conquista il titolo di paese con la normativa più avanzata d’Europa. Attualmente, infatti, la Fatturazione elettronica verso la PA, oltre che in Italia, è già completamente obbligatoria soltanto in Spagna, Islanda, Paesi Bassi, Austria, Slovenia, Danimarca, Estonia e Finlandia, mentre è solo parzialmente obbligatoria in Francia, Belgio, Norvegia e Svezia.

Le imprese si sono attivate: i dati dell’Agenzia delle Entrate

Secondo le dichiarazioni dell’Agenzia delle Entrate sono circa 9 milioni le fatture elettroniche B2b transitate dal Sistema di Interscambio (SdI) fino a novembre 2018, con una crescita significativa nei primi mesi del 2018 (272 mila fatture su SdI nel primo semestre contro le 166 mila di tutto il 2017), e una forte accelerazione nei mesi a partire da luglio, quando l’obbligo è entrato in vigore per i soggetti del settore dei carburanti e dei subappalti Pa. È un segnale che le imprese si sono attivate anche se, come anticipato non mancano le difficoltà attuative. Secondo i i valori riscontrati dai ricercatori dell’Osservatorio, il 6,6% delle fatture emesse è stato scartato dal Sistema di Interscambio, a causa di fatture duplicate, formati non adatti al sistema o errori nell’indicare l’imponibile, il codice destinatario o il prezzo. A cambiare passando alla fatturazione elettronica ci sono anche benefici che variano sulla base del grado di digitalizzazione del ciclo dell’ordine. Stando alle stime dell’Osservatorio, le imprese che adottano la e-fattura non strutturata beneficiano di “una razionalizzazione degli spazi e dei processi di ricerca e trasmissione dei documenti con un risparmio compreso fra 2 e 4 euro a fattura, potendo recuperare l’investimento iniziale nell’arco di due anni”. Benefici che salgono a un risparmio fra i 5 e i 9 euro a fattura in caso di fatturazione elettronica strutturata, a cui si aggiunge il contenimento dei costi di manodopera e il possibile incremento della produttività, con rientro dall’investimento in meno di un anno. La digitalizzazione dell’intero ciclo dell’ordine invece garantisce un ulteriore aumento di produttività del personale e una riduzione dei costi per singola fattura fra 25 e 65 euro.

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