Tocca quota 20 miliardi di euro il “tesoro” trasferito da Google alle Bermuda. La notizia, ancora da verificare, viene lanciata da Reuters secondo cui la società avrebbe, secondo alcuni documenti depositati presso la Camera di Commercio Olandese la somma attraverso una società con sede in Olanda nel 2017, il tutto allo scopo di ridurre l’imponibile tassato all’estero.
L’ammontare è stato trasferito tramite la società Google Netherlands Holdings BV, e sarebbe di 4 miliardi di euro superiore rispetto a quello del 2016. Emerge tramite alcune documenti presentati lo scorso 21 dicembre.
Google però in un comunicato ha voluto sottolineare che “paghiamo tutte le tasse dovute e rispettiamo le normative fiscali in tutti i paesi in cui operiamo. Google, come altre società multinazionali, paga la maggior parte della sua imposta sul reddito nel paese d’origine, e negli ultimi dieci anni abbiamo pagato un’aliquota fiscale globale effettiva del 26%”.
La filiale dei Paesi Bassi di Google viene utilizzata per spostare le entrate dalle royalties guadagnate al di fuori degli Stati Uniti a Google Ireland Holdings, una filiale con sede nelle Bermuda, dove la società non paga alcuna imposta sul reddito.
La strategia fiscale è nota come “Double Irish, Dutch Sandwitch” ed è perfettamente legale. Questa consente a Google di evitare l’attivazione di imposte sul reddito degli Stati Uniti o delle ritenute d’acconto europee sui fondi, che rappresentano la maggior parte dei profitti esteri.
L’Irlanda però, a seguito delle pressioni esercitate dall’Unione Europea e Stati Uniti, ha deciso di eliminare dal 2014 gradualmente l’accordo, ponendo fine ai vantaggi per Google dal 2020.
Google Netherlands Holdings BV ha versato 3,4 miliardi di Euro di tasse nei Paesi Bassi nel 2017, su un utile lordo di 13,6 milioni di Euro.