MERCATO

Amazon è la più grande azienda quotata: sorpasso storico su Microsoft e Apple

I business dello shopping, della pubblicità e del cloud garantiscono una crescita quasi senza limiti; secondo Pivotal Research il titolo si apprezzerà del 20% quest’anno e farà del colosso di Jeff Bezos la nuova trillion dollar company. Per altri analisti, però, il contesto per le aziende di Internet è deteriorato: sulla vetta potrebbe imporsi Microsoft

Pubblicato il 08 Gen 2019

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Amazon è la più grande azienda americana quotata: con 793,3 miliardi di dollari, il colosso del commercio elettronico e del cloud ha superato oggi Microsoft, che vale 786,3 miliardi e che fino alla settimana scorsa era rimasto in testa alla classifica. Il trend è tutto positivo: secondo una nota diffusa a Wall Street dall’analista Brian Wieser di Pivotal Research, le azioni del colosso di Jeff Bezos cresceranno ancora del 20% quest’anno avvicinando Amazon al traguardo dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. lo scrive l’analista Brian Wieser di Pivotal Research,

Secondo Wieser, che dà un rating “buy” al titolo Amazon e suggerisce un target di prezzo di 1.920 dollari a fine 2019, le attività retail del gruppo americano continueranno a crescere grazie all’espansione della spesa globale dei consumatori. Ma non c’è solo lo shopping a trainare le attività del gruppo americano: Pivotal pensa che anche l’advertising online, che nel 2018 ha generato entrate per 9 miliardi di dollari per Amazon, garantisce all’azienda “crescita incrementale” indipendente dalla spesa dei consumatori.

“Amazon è uno dei più grandi gruppi mondiali del retail (presente anche nell’advertising, che è un segmento a veloce crescita e con alti margini) e ha anche una delle più estese attività software del mondo”, scrive Wieser, secondo quanto riportato da The Street. “Nonostante le dimensioni da colosso, non vediamo quasi confini alle opportunità per Amazon, considerato il successo con cui finora ha capitalizzato la spesa dei consumatori e dei dipartimenti It delle imprese”.

La nota di Weiser prosegue: “Con notevoli fonti di guadagno che arrivano da storage, computing, networking e altro software, Amazon si è imposta come attore capace di impiegare nuovi prodotti e fornire servizi ai dipartimenti It delle aziende grandi e piccole in tutto il mondo”.

L’analisi di Pivotal segue note meno entusiastiche di altri esperti di Wall Street. La scorsa settimana Goldman Sachs ha ridotto le stime per Amazon, Twitter e Snap (capogruppo di Snapchat). La banca d’affati continua a pensare che l’industria del digitale registrerà performance superiori alla media del mercato, ma osserva che a dicembre il multiplo sugli utili futuri stimato per le Internet companies è sceso al livello più basso da cinque anni, sotto 15,6, e ciò, secondo Goldman Sachs, indica un deterioramento dei fondamentali.

La Trade war tra Usa e Cina è uno dei fattori macroeconomici che pesa; il braccio di ferro commerciale tra Washington e Pechino impatta sul commercio e gli investimenti non solo negli Usa (dove le startup della Silicon Valley cominciano a soffrire la “gelata” sui capitali cinesi) ma su scala globale. Sono molti i settori industriali dove i prezzi salgono a causa della guerra dei dazi (tra cui semiconduttori, componenti per reti Tlc, robotica) e pesanti le fluttuazioni in Borsa subite da numerose aziende quotate; tra queste i titoli tecnologici sono stati duramente penalizzati, con il quintetto dei Faang – FacebookAmazonAppleNetflixGoogle – che a fine 2018 veniva scambiato stabilmente a un valore circa il 20% sotto il massimo toccato un anno prima.

Apple a inizio anno ha messo in guardia sull’impatto della guerra commerciale Usa-Cina per le proprie vendite – un annuncio che ha fatto crollare del 10% il titolo a Wall Street e ha innescato perdite su tutto il comparto tecnologico. Dopo l’exploit di agosto che ne ha fatto la prima trillion-dollar company, Apple rischia di scivolare al quarto posto tra le aziende con la più alta capitalizzazione di mercato, superata, nell’ordine, da Amazon, Microsoft e Alphabet.

Per qualche analista proprio il “vecchio” colosso del software Microsoft potrebbe dimostrarsi più resistente dei Faang: a Wall Street c’è chi è pronto a scommettere che il gruppo fondato da Bill Gates sia già indirizzato verso la meta-record del trilione di dollari di capitalizzazione di mercato finora raggiunta solo da Apple ad agosto (da allora il titolo della Mela ha bruciato circa 300 miliardi di dollari).

Negli ultimi quattro anni Microsoft ha beneficiato delle strategie del Ceo Satya Nadella, affermano gli analisti, che ha reinventato il colosso del software e creato nuovi canali di business monetizzabile, tra cui il cloud di cui, con Azure, è uno dei maggiori player mondiali insieme a Amazon e Alibaba.

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