Periodo d’oro per il cloud in Europa. Anzi, periodo d’oro per le cloud-company americane, in testa Salesforce e Amazon. Si stima che il mercato europeo crescerà del 22% l’anno fino al 2022, con tassi di sviluppo più alti che in ogni altra parte del mondo. Fa da leva la scarsa offerta made in Europa e il Gdpr, passato da “ostacolo” a “acceleratore” per l’adozione del cloud.
Emerge dai dati Idc secondo cui il public cloud è il settore che non solo ha risentito di meno degli scandali privacy, di norme più stringenti e Trade war che si sono invece abbattuti sui comparti tecnologici. Ma che ha addirittura visto migliorare il proprio orizzonte di business.
Il trend emerge dai risultati finanziari delle aziende Usa, dalle piccole ai giganti del software aziendale. Salesforce in particolare registra una crescita del fatturato del 31% nelle attività europee dello scorso trimestre: “L’Europa si sta rivelando per Salesforce la regione a più rapida crescita del mondo “, ha dichiarato Chris Ciauri, vp esecutivo di Salesforce Emea, riporta Cnbc.
Un sempre numero maggiore di aziende ha adottato l’infrastruttura online offerta da giganti della tecnologia come Amazon, Microsoft e Google. Gartner stima che le entrate mondiali da cloud pubblico supereranno i 278 miliardi di dollari nel 2021, rispetto ai 145 miliardi di dollari del 2017.
Secondo Idc le imprese europee scontano un ritardo di 18-24 mesi rispetto a quelle Usa, un “freno” dovuto a una radicata cautela nei confronti delle nuove tecnologie. “Accelereranno solo quando potranno toccare con mano i benefici tangibili”. Cosa che sta succedendo: Salesforce registra fra i clienti new entry Aston Martin, Eurostar, la banca spagnola BBVA.
Anche la mancanza di alternative la fa da padrona, nell’adozione di tecnologie Usa. “Non esistono fornitori europei di megacloud – dice Forrester -, questo significa utilizzare società con sede negli Stati Uniti o player minori”. I cloud player statunitensi sono pronti a colmare il vuoto con piani di espansione in tutta Europa. A dicembre, Aws di Amazon ha aperto nuovi data center in Svezia: la società afferma di avere già “decine di migliaia” di clienti nei paesi nordici. Microsoft ha annunciato l’anno scorso i propri piani per realizzare data center in Norvegia, Germania e Svizzera.
In competizione con le aziende Usa i fornitori di cloud cinesi. Il re asiatico del settore, Alibaba, ha ampliato la sua presenza in Europa in ottobre con i nuovi data center nel Regno Unito.
Ma la leva maggiore è rappresentata dall’introduzione del Gdpr entrata in vigore a maggio 2018. Teoricamente un deterrente per le aziende che spostano i dati online, la misura si sta rivelando all’opposto un acceleratore nell’adozione del cloud – secondo Idc – perché facilita l’impresa ad allinearsi alle nuove leggi.