LA CAUSA

Oracle sotto accusa: “Donne pagate meno degli uomini”. Scatta la class action

La big tech accusata di retribuire le lavoratrici 13mila dollari all’anno in meno rispetto ai colleghi che svolgono mansioni simili

Pubblicato il 21 Gen 2019

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Class action contro Oracle. Una delle più grandi società della Silicon Valley è accusata da oltre 4.200 lavoratrici di discriminare le donne, pagandole sistematicamente meno: in media 13 mila dollari all’anno rispetto ai colleghi uomini che svolgono mansioni simili.

Un’analisi delle buste paga ha evidenziato “un livello straordinariamente alto” di differenze, secondo l’accusa: le donne, a parità di lavoro, hanno in media il 3,8% in meno nello stipendio base, il 13,2% meno in bonus e il 33,1% in azioni.

L’avvocato delle querelanti, Jim Finberg, che ha intentato una causa simile contro Google, sostiene che “le donne vengono pagate meno in tutti i settori”. “Sono alcune delle statistiche più forti che abbia mai visto, numeri incredibilmente alti”, aggiunge.

Le enormi differenze negli stipendi base, nei bonus e negli stock non sono giustificate da “validi motivi di lavoro”, si legge nella denuncia, che sottolinea che le disparità esistono anche per le donne e gli uomini con gli stessi punteggi di valutazione delle prestazioni, nelle stesse categorie di lavoro.

La causa nei confronti di Oracle arriva in un momento molto delicato per i giganti dell’hi-tech americano, tra accuse di discriminazione razziale, molestie sessuali, disparità di retribuzione e lavoro forzato.

L’azienda fondata nel 1977 da Larry Ellison (ora uno degli uomini più ricchi al mondo), Bob Miner, Ed Oates e Bruce Scott, è uno dei giganti della vallata hi-tech, produttrice di software per le informazioni.

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