"Con Vega il nostro Paese compie un enorme passo avanti nell’autonomia dell’accesso allo spazio e, soprattutto, si apre ad un importante mercato per portare satelliti leggeri in orbita bassa, a meno di mille chilometri dalla Terra". Lo ha detto il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese parlando del lanciatore che verrà messo in orbita il prossimo 13 febbraio dalla base di Kourou.
"Si tratta di un mercato valutato in decine di satelliti l’anno per un valore totale di mercato di 1 mld di euro l’anno. E non solo – puntualizza – A questo si aggiunge un mercato aggredibile di satelliti in cerca di lanciatori per un valore stimato in 300 milioni di euro l’anno. Il business potenziale su cui ci potremmo collocare, inoltre, vale dai 70 ai 150 mln di euro l’anno, con 2-4 lanci l’anno".
Nel programma Vega, costato 700mln di euro, l’Italia ha investito 500mln e, spiega Saggese, "il ritorno previsto per il nostro Paese vale circa il 50% del mercato con importanti ricadute anche per le tante imprese italiane che ne sono state coinvolte, quali Avio, Vitrociset, Telespazio, Elv, Compagnia Generale per lo Spazio (ex Carlo Gavazzi Space), oltre tre imprese di stanza a Kourou: Peirani, Telespazio Kourou e Regulus e Europropulsione, due società partecipate al 50% da Avio".
Nel programma Vega l’Italia è capofila di sette Paesi europei seguita da Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Svezia e Svizzera, più una piccola collaborazione con Ucraina e Russia legata al quarto stadio del vettore. Circa 500 fra scienziati, tra cui un pool de La Sapienza di Roma, e tecnici italiani sono stati coinvolti nella realizzazione del lanciatore Vega.
"Per l’Italia – afferma ancora Saggese- il lancio di Vega è un appuntamento importante, atteso da 50 anni, da quando cioè il nostro Paese ha iniziato le sue attività spaziali".
"Con Vega -conclude Saggese- si è cercato di avere un prodotto commerciale per catturare mercati importanti quali sono quelli dei satelliti fra le poche centinaia di chili ai 3.500 kg, con una media numericamente importante di satelliti sui 1.500 kg".
Insieme al vettore andranno in orbita satelliti ottici per l’Osservazione della Terra, radar e molti satelliti scientifici. In orbita bassa, cioè tra i 400 ed i 1.000 km dal nostro pianeta, potranno essere lanciati da Vega anche satelliti per Tlc delle costellazioni come Iridium e Globalstar, ben più piccoli di quelli più tradizionalmente impiegati nelle telecomunicazioni e posti in orbita geostazionaria, a 36.000 km dalla Terra.
L’università "Sapienza" di Roma ha contribuito in maniera determinante alle soluzioni tecnologiche di cui è dotato Vega: un contributo preminente è venuto dal gruppo di docenti del settore propulsivo. Il gas pressurizzante dell’intero motore è l’elio, sulla base di una proposta sviluppata su basi teoriche dai docenti Maurizio Di Giacinto e Bernardo Favini, che ha consentito di superare gravi instabilità altrimenti presenti. La stessa unità di ricerca ha seguito per conto dell’Esa la fase di sviluppo e realizzazione dell’intero sistema.
Rilevante anche il contributo del team di ricerca dei docenti Marcello Onofri e Francesco Nasuti che ha sviluppato sofisticati strumenti di simulazione numerica per predire le condizioni di flusso e l’ablazione delle superfici degli ugelli propulsivi e il contributo sullo studio delle strutture di Vega da parte dei docenti Paolo Gaudenzi, Franco Mastroddi e Fulvio Stella.
La Sapienza ha anche fornito all’avventura Vega un’elevata qualità in termini di formazione di giovani ingegneri, in particolare attraverso il master in Sistemi di trasporto spaziale. Nella missione inaugurale sarà immesso in orbita un satellite scientifico italiano, il Lares(Laser Relativity Satellite),che realizzerà misure di grande interesse per la fisica gravitazionale e le scienze della terra, nel quale hanno avuto ruolo primario anche ricercatori della Sapienza e dell’Università del Salento.
Il responsabile del team scientifico internazionale Lares (Italia, Usa, Germania e Russia) e ideatore della missione è Ignazio Ciufolini, esperto di relatività generale all’Università del Salento. Il satellite Lares – progettato da Antonio Paolozzi e dal suo team della Sapienza – metterà alla prova la teoria della Relatività generale di Albert Einstein e fornirà importanti determinazioni sulla dinamica della Terra e della sua crosta, utili sia per lo studio dei terremoti che per la verifica di effetti climatici globali quali lo scioglimento dei ghiacci emersi.