L'INIZIATIVA

Riuso dei dati della PA “oltre” la PA: la proposta Ue fa un (altro) passo avanti

Il Consiglio dell’Ue ha raggiunto un accordo preliminare con il Parlamento europeo su nuove regole che ampliano la disponibilità e la condivisione dei dati delle istituzioni e degli enti pubblici estendendoli al mondo dei trasporti e delle utility. Obiettivo migliorare i servizi e la competitività dell’Ue nelle tecnologie avanzate come cloud e AI

Pubblicato il 23 Gen 2019

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L’Unione europea spinge su open data e riuso dei dati delle pubbliche amministrazioni. La presidenza del Consiglio dell’Unione europea, affidata per questo semestre alla Romania, ha annunciato di aver raggiunto un accordo preliminare con il Parlamento europeo su nuove regole che ampliano e facilitano la disponibilità e il riuso dei dati delle PA in Europa.

Tali norme sono disegnate, spiega la presidenza in una nota, per accrescere l’offerta di dati del settore pubblico a sostegno della data-driven economy e society, basate sull’analisi e l’utilizzo dei dati per migliorare la produttività ma anche la qualità della vita e la fruizione dei diritti civili. Le nuove norme stimolano inoltre l’utilizzo dei dati aperti in tutta l’Unione europea. L’accordo con il Parlamento è preliminare e andrà approvato dal Consiglio dei ministri dell’Ue.

L’Ue offre già accesso ai dati aperti pubblicati dalle istituzioni e dagli organismi dell’Ue in un apposito portale: tutti i dati reperibili attraverso questo catalogo possono essere utilizzati e riutilizzati liberamente a fini commerciali o non commerciali.

La riforma su cui si lavora mira però a estendere la portata del riuso dei dati della PA al di fuori degli enti pubblici per includere progetti, sempre pubblicamente finanziati, nei settori del trasporto e dei servizi utility. Viene anche introdotto il concetto di “high-value dataset” e si chiede di rendere questi gruppi di dati ad alto valore disponibili gratuitamente in tutta l’Ue, a beneficio delle organizzazioni pubbliche dell’intera regione.

La disponibilità e il riuso dei dati delle pubbliche amministrazioni, sottolinea la nota della presidenza di turno dell’Ue, contribuirà significativamente alla competitività della data economy europea e stimolerà lo sviluppo e l’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e il cloud computing.

I negoziati sulla proposta sono in corso e la presidenza di turno ha indicato che ne presentarà l’esito alla riunione del 25 gennaio del Comitato dei rappresentanti permanenti o Coreper, responsabile della preparazione dei lavori del Consiglio dell’Unione europea.

Il programma della presidenza della Romania è incentrato su quattro principali priorità: l’Europa della convergenza, un’Europa più sicura, l’Europa come attore forte sulla scena mondiale e l’Europa dei valori comuni. La presidenza ospiterà inoltre un vertice a Sibiu in occasione della festa dell’Europa, che orienterà il dibattito sul futuro dell’Europa e che si terrà poco prima delle elezioni al Parlamento europeo di fine maggio.

Sugli open data, l’Italia è uno dei paesi più avanzati, secondo l’Open data maturity report 2018, relizzato da Capgemini per la Commissione europea e pubblicato lo scorso novembre: l’Italia si posiziona al quarto posto con un punteggio complessivo dell’80% e si classifica per il secondo anno consecutivo tra i paesi “trendsetter”, cioè quelli che sono stati in grado di mettere in atto una politica di Open data avanzata e ben coordinata tra tutti gli attori che operano sul territorio nazionale e che dispongono di un portale nazionale dei dati aperti con funzionalità avanzate. In prima posizione l’Irlanda, seguita da Spagna e Francia; Cipro è quinta.

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