Ibm torna a registrare profitti nel quarto trimestre 2018, arrivando a battere le aspettative degli analisti grazie a un utile per azione di 4,87 dollari contro i 4,82 fissati dal consensus. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il guadagno si è attestato sul +1,95 miliardi di dollari, contro una perdita di 1,05 miliardi registrata nello stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta della prima crescita annuale per la società dal 2011.
La performance positiva è dovuta, secondo le analisi più accreditate, alla nuova linea della ceo Ginni Rometty, che ha deciso di puntare sui segmenti di mercato che stanno vivendo la crescita più sostenuta, come il cloud, il software e i servizi, mettendo in secondo piano la tradizionale produzione di hardware e dispositivi. Una strategia rafforzata dall’acquisizione, in ottobre, di Red Hat per 34 miliardi di dollari, la più grande acquisizione mai portata a termine dalla compagnia.
Il fatturato nel trimestre è sceso del 3% a quota 21,8 miliardi di dollari, contro i 22,5 miliardi riportati un anno fa, ma in linea con le aspettative degli analisti.
In questo quadro il comparto cloud, su cui l’azienda ha puntato decisamente insieme a cybersecurity e intelligenza artificiale, è cresciuto del 12% a 19,2 miliardi di dollari nel 2018.
Quanto a Watson, il software pe l’intelligenza artificiale ha registrato vendite per 5,46 miliardi di dollari, superando anche in questo caso le aspettative degli analisti, che erano di 5,25 miliardi. Hanno battuto le previsioni anche i ricavi generati dal comparto “global businesses services, registrando un risultato di 4,32 miliardi di dollari contro una previsione di 4,15 miliardi.
Le previsioni per il 2019 parlano di un utile di 13,90 dollari per azione, mentre gli analisrti si fermano a 13,79.