Un colpo alla pirateria italiana. Sequestrati 800mila file – erano contenuti su pc, smartphone e supporti fisici – nel corso di un’operazione condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro e dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Fano.
E’ stato identificato infatti uno dei più influenti “release group” che operano in Italia e all’estero: si tratta di sono gruppi organizzati specializzati nella registrazione illecita audio e/o video di film in prima visione proiettati nelle sale cinematografiche. Una volta registrati i contenuti vengono poi caricati sul web creando un danno all’industria audiovisiva e promuovendo una filiera parallela illegale.
“Secondo le nostre stime, per quanto riguarda le prime visioni cinematografiche, in nove casi su dieci la fonte audio e video dei file pirata è rappresentata dalle registrazioni non autorizzate che avvengono da parte dei release group nelle sale – dice Federico Bagnoli Rossi, segretario generale Fapav, l’associazione che raccoglie le industrie del settore -. Il camcording rappresenta pertanto la fonte primaria della pirateria, un fenomeno da non sottovalutare in considerazione degli ingenti danni che crea all’intero settore”.
Le registrazioni vengono realizzate nei primissimi giorni di uscita dei film nelle sale ossia quando le opere si trovano nella loro fase iniziale di sfruttamento.
La Fapav plaude all’operazione che ha portato a perquisizioni domiciliari in quattro regioni italiane e auspica “un inasprimento della vigente normativa sul camcording al fine di poter disporre di maggiori strumenti di tutela per agevolare anche il lavoro delle Forze dell’Ordine e delle Autorità competenti al contrasto di questo fenomeno criminale”.
Secondo Fapav tocca quota 37% l’incidenza complessiva della pirateria (di film, serie e programmi televisivi) tra gli italiani di 15 anni o più nel 2017. Il digitale si conferma la modalità preferita di pirateria, 33% e in particolare lo streaming, 26%. Il download/P2P appare in aumento, attestandosi al 22% (+ 5%).
La stima complessiva degli atti di pirateria parla di 630 milioni in calo del 6% rispetto all’anno precedente. In crescita i programmi tv piratati, film e serie rimangono però i contenuti preferiti dai pirati italiani.
Vale invece 617 milioni di euro la stima del fatturato perso direttamente dall’industria audiovisiva a causa della mancata fruizione attraverso i canali legali di film e serie piratati.