LA TRIMESTRALE

Ericsson in risalita: perdite più che dimezzate e fatturato a +10%

La multinazionale svedese raccoglie i frutti della crescita delle vendite e delle iniziative per la riduzione dei costi. Intanto da Davos il Chief technology officer Ekudden lancia la proposta di istituire i Cto nazionali per spingere sullo sviluppo del 5G

Pubblicato il 25 Gen 2019

Ericsson HQ. Architect: Wingårdhs Arkitektkontor

Il quarto trimestre del 2018 si chiude per Ericsson con i conti in ripresa e le perdite più che dimezzate, grazie alla strategia di riduzione dei costi e alla crescita delle vendite registrate da ottobre a dicembre. La perdita netta si è fermata a 6,5 miliardi di corone, pari a 630 milioni di euro, rallentando sensibilmente rispetto ai 18,5 miliardi di corone registrati un anno prima, pari a circa 1,8 miliardi di euro. In crescita il fatturato, che ha segnato un +10% a 63,8 miliardi di corone, pari a circa 6,2 miliardi di euro.

Dal World economic forum di Davos arriva intanto una proposta della società per spingere sullo sviluppo del 5G su scala internazionale: a lanciarla è il Chief technology officer Erik Ekudden, che ha scritto un articolo sull’impatto che il nuovo standard avrà sulle imprese a livello mondiale. Secondo Ekudden ogni Paese dovrà dotarsi al più presto di un Cto nazionale, una sorta di responsabile nazionale della tecnologia, che avrà il compito di aiutare i governi e i decision maker della Pa a comprender e sfruttare appieno le possibilità aperte dal nuovo standard.

Un CTO “nazionale”, sostiene il manager, avrebbe molte più probabilità di essere efficace considerata la profonda conoscenza dell’industria delle comunicazioni e delle tendenze tecnologiche.

“Il 5G ci aiuterà anche a stabilire e promuovere una società più pulita, più sicura e più sostenibile per le generazioni attuali e per quelle future. Questa tecnologia sarà presente in ogni settore industriale: dall’istruzione ai trasporti, dalla salute e l’energia alla sicurezza nazionale – conclude Ekudden – Senza la giusta guida, ovvero senza un responsabile della tecnologia nazionale, c’è il rischio che le nazioni non riescano a trarre tutti i benefici che il 5G può garantire e l’intera economia potrebbe risentirne”.

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