Chiediamo che l’Europa vigili sulla concorrenza leale da parte degli ex monopolisti e stabilisca la data per lo switch-off delle reti in rame in tutto il Continente. Elisabetta Ripa, amministratore delegato di Open Fiber, ha incontrato il vicepresidente della Commissione europea, Andrus Ansip, e il titolare dell’Antitrust Ue Margrethe Vestager. Quello con i responsabili Ue è un meeting utile alla Ftth Council Europe – l’associazione che raccoglie 150 operatori della fibra – per illustrare le richieste necessarie a una competizione ad armi pari coni giganti, per lo più ex monopolisti.
“Ci siamo congratulati – spiega Ripa in una intervista a “la Repubblica Affari&Finanza” con Ansip per l’approvazione del nuovo Codice europeo per le comunicazioni elettroniche, che ora dovrà essere recepito in tutti i paesi. Per noi è un passo molto importante in quanto riconosce che la nostra soluzione, fiber to the home, è la migliore per le reti di nuova generazione”.
“Così come indica che il nostro modello wholesale only è il più idoneo a veicolare nuovi investimenti e a garantire la parità di accesso a tutti gli operatori retail. Vestager però si occupa di casi specifici. Per l’Ftth Council – continua l’amministratore – è fondamentale garantire una leale concorrenza tra soggetti di dimensioni diverse. Ci confrontiamo per lo più con gli ex monopolisti, dei giganti rispetto a noi nuovi operatori. Secondo Ripa è importante avere una regolamentazione ex ante chiara e non avere prezzi predatori da parte dell’ex monopolista.
“Chiediamo un reale accesso alle infrastrutture di posa presenti sul territorio, ai cavidotti già realizzati da Telecom, Enel, dalle altre utility o dalle municipalizzate. Potendo usarle, potremmo cablare il territorio con minori costi e disturbo ai cittadini. Abbiamo il diritto ad accedervi, ma poi in pratica è complicato per via di procedure lunghe e scoraggianti. In generale, se è vero che la nuova regolamentazione Ue tutela i nuovi entranti, nel concreto non sempre tutto va per il meglio. Noi, insieme agli altri operatori Ftth, chiediamo a Bruxelles di monitorare la dinamica competitiva e le evoluzioni in atto”. In diversi paesi si discute dello spegnimento delle vecchie reti in rame per lasciare solo la fibra e Ripa ne ha discusso con i commissari.
“Sì, abbiamo sollecitato lo switch off a livello europeo: come accaduto per la tv con il passaggio tra analogico e digitale terrestre – dice Ripa – Sarebbe nell’interesse dei consumatori e dell’Europa, che auspica il salto nella nuova tecnologia. D’altra parte la stessa Gigabit Society Ue ha indicato l’obiettivo della copertura dei servizi ultrabroadband fino ad un Gigabit al secondo entro il 2025. Ma noi saremmo in grado di partire anche prima del 2025”.
Non è affatto un termine troppo ambizioso. “A fine 2018 – spiega la manager – abbiamo connesso oltre 4,8 milioni di abitazioni, superando i nostri target, e abbiamo dato una forte accelerazione nelle aree a fallimento di mercato, avviando i cantieri in oltre 1000 piccoli comuni. Siamo convinti di poter raggiungere il traguardo del nostro piano: collegare 20 milioni di case o uffici entro il 2023 e, una volta definito il modello nelle aree grigie, estendere la copertura; lo switch off può partire nelle aree coperte. L’obiettivo per il 2019 è proseguire velocemente nella costruzione dell’infrastruttura rendendo disponibile la vera fibra in circa 150 città nelle aree A e Be aprire i cantieri in altri 2000 comuni nelle aree C e D”.
“Sul fronte commerciale portare a bordo della rete Open Fiber anche Tim. Abbiamo accordi commerciali con praticamente tutti gli operatori di tlc, a partire da Vodafone, Wind, Fastweb su Milano, Tiscali e nei prossimi mesi partiremo operativamente con Sky ed altri service provider. All’elenco manca solo Telecom”. Perché in realtà – aggiunge – Tim non è un nostro concorrente. E nel momento in cui l’azienda avrà la possibilità di ragionare con tranquillità sul futuro, coglierà l’opportunità di usare la fibra già realizzata per conservare un vantaggio competitivo.
Il governo intanto ha auspicato la presenza di una sola rete in mano a una società pubblica. “Per ora è un tema annunciato ma non declinato. Credo comunque che l’emendamento al dl Fiscale approvato dal governo rappresenti il desiderio di accelerare il percorso verso la digitalizzazione, quindi verso la fibra, con incentivi che evitino la sovrapposizione degli investimenti. Nell’immediato vedo la possibilità di contribuire al raggiungimento di entrambi gli obiettivi con accordi commerciali e/o di co-investimento. Ogni altra opzione riguarda anche policy maker e azionisti”.
Potrebbe essere anche Open Fiber la società pubblica che gestisce in solitudine la rete. “Open Fiber con il suo modello wholesale only può rappresentare una soluzione per la rete unica nazionale in fibra. Di sicuro la rete che stiamo realizzando rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia sia nella componente di trasporto, sia nell’ultimo miglio ed è l’unica ad offrire velocità, latenza e affidabilità necessarie all’innovazione tecnologica di cui ha bisogno il Paese”, ha concluso Ripa.