La Commissione europea "accoglie con favore il dibattito" sull’Acta. Ma sottolinea "l’importanza della protezione" del copyright. E’ questa la posizione espressa dal portavoce del commissario europeo al Commercio Karel De Gucht, dopo le polemiche sollevate sull’intesa, i cortei che si sono verificati nel fine settimana in molte città europee e l’accusa di mancanza di trasparenza nei negoziati in cui è stata coinvolta anche Bruxelles. Anche il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, critica il trattato: "La versione attuale non funziona".
"E’ importante notare che anche tutti e 27 gli Stati membri Ue potevano partecipare a tutte le sessioni dei negoziati di Acta e questo perché solo la presidenza semestrale dell’Ue e gli stessi Paesi membri avevano il diritto di negoziare ogni elemento" dell’accordo "riguardante gli aspetti penali, in quanto questa era una competenza degli Stati membri prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona". Tuttora, anche dopo l’entrata in vigore, "resta una competenza condivisa tra gli stati membri e l’Ue", ha sottolineato John Clancy, che ha fornito una lista completa di tutti i round negoziali con i relativi partecipanti tra il giugno 2008 e il novembre 2010, oltre che tutti i contatti tra gli attori coinvolti nel corso degli anni.
Di conseguenza Bruxelles, pur dicendosi "pienamente impegnata nel dibattito" sollevatosi in molti Paesi Ue, anche con numerose azioni di protesta e hackeraggio di siti istituzionali, "resta convinta dell’importanza della protezione della proprietà intellettuale dell’Europa", ha messo in chiaro il portavoce del commissario Ue. Si tratta di una "pietra angolare dell’economia, occupazione e prosperita’ europee negli anni a venire, di fronte a livelli sempre crescenti di furti di copyright in un contesto di sempre maggiore competizione da parte delle economie emergenti", ha concluso Clancy.
L’Acta,“Anti-counterfeiting trade agreement”, è un’intesa internazionale frutto di un negoziato avviato nel 2008 e che ha coinvolto l’Unione europea, gli Stati Uniti e altri Paesi (non la Cina e la Russia). Una delle critiche riguarda l’ipotetica mancanza di trasparenza nella quale il negoziato è avvenuto. Il 26 gennaio l’Acta è stato firmato a Tokyo da 31 Paesi, compresi 22 dell’Unione europea fra cui l’Italia. Le prossime tappe sono rappresentate dalla ratifica del testo da parte dei Parlamenti nazionali e, nel giugno prossimo, di quello europeo.
In realtà si stanno moltilicando le difficoltà sul cammino dell’approvazione dell’accordo. Sempre a gennaio si è dimesso da relatore dell’Acta al Parlamento europeo Kader Arif, eurodeputato socialista francese accusando la mancanza di trasparenza e facendo scattare l’allarme sull’impatto per le libertà civili. L’accordo prevede, tra l’altro, che i fornitori di accesso a Internet possano filtrare le informazioni scambiate dagli utenti fino a bloccare l’accesso alla Rete senza bisogno di consultare l’autorità giudiziaria. Le nuove norme potrebbero anche dare maggiori poteri alle authority per le comunicazioni.