Prima è stata Apple, il cui tonfo in Borsa dopo che Tim Cook ha rivisto al ribasso le stime di fatturato della prima trimestrale dell’anno ha bruciato quasi il trenta per cento della capitalizzazione di mercato dell’azienda. Poi sono arrivate altre due “bombe”: Caterpillar e il produttore di schede grafiche Nvidia. Entrambi con una parte consistente del proprio fatturato legato alle esportazioni in Cina. Il rallentamento dell’economia di Pechino miete vittime e Goldman Sachs avverte gli investitori: c’è una lista di altre aziende che rischiano grosso.
Goldman Sachs aveva avvertito con una nota per i suoi investitori già venerdì scorso del rischio Cina per alcune aziende, tra le quali Nvidia, che ha perso il 17% in Borsa dopo che l’azienda ha rivisto al ribasso le sue indicazioni per la prossima trimestrale “a causa del deterioramento delle condizioni macroeconomiche, soprattutto in Cina”. Anche Caterpillar ha perso il 9% ieri, dopo che l’azienda ha indicato i nuovi dazi doganali voluti dall’amministrazione Trump e il rallentamento dell’economia cinese come fattori principali per i risultati deludenti del suo quarto trimestre.
La lista di Goldman Sachs comprende anche Broadcom. Micron Technology, Qualcomm, Qorvo, Skyworks Solutions e Wynn Resort. Dalle analisi di Goldman Sachs risulterebbe che queste sei aziende, così come Nvidia, realizzino più di metà delle proprie vendite in Cina. L’economia di Pechino ha segnato nel 2018 la crescita più bassa degli ultimi 28 anni a causa dell’indebolimento della domanda interna e dell’innalzamento delle tariffe doganali americane.
Da qui la nota dell’analista David Kostin di Goldman Sachs ai suoi investitori affinché evitino i rischi di una esposizione con azioni di aziende troppo esposte a livello internazionale in generale e con la Cina in particolare: «Le tensioni globali sulle politiche commerciali e le relazioni economiche tra Usa e Cina avranno un ruolo chiave nel futuro delle performance relative di queste aziende». Ulteriore avvertimento: un dollaro troppo forte è un fattore di rischio per le aziende multinazionali americane.