INNOVAZIONE

Agenda digitale, sprint sulla governance: via al tavolo per i responsabili delle PA

L’annuncio del sottosegretario alla PA, Mattia Fantinati: “Costituiremo un gruppo di lavoro con università, ordini professionali, Team digitale e Agid per supportare le amministrazioni nell’individuazione di queste figure”

Pubblicato il 30 Gen 2019

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Entra nel vivo la nuova governance dell’Agenda digitale. “Costituiremo un tavolo con Università, Ordini professionali, Team digitale e Agid per supportare le amministrazioni nell’individuazione del Responsabile per la Transizione al digitale“, ha annunciato il sottosegretario alla PA, Mattia Fantinati  in occasione di un convegno al Senato.

“La PA sconta notevoli ritardi nell’adozione di questa figura chiave, prevista dal Codice per l’amministrazione digitale, per la quale abbiamo fatto un notevole salto in avanti grazie alla circolare della Ministra Bongiorno dell’ottobre 2018 e con la quale abbiamo impresso un’accelerazione alla nomina da parte degli enti coinvolti – ha spiegato il sottosegretario – Dobbiamo fare di più e penso che le Università possano supportare questa vera e propria rivoluzione digitale alla quale stiamo lavorando, sostenendo dal basso tutte quelle PA che hanno affrontato oggettive difficoltà a individuare e nominare i responsabili alla Transizione: si tratta di ruoli che devono possedere competenze elevate e di cui non tutte le PA sono dotate. Eppure, senza queste nomine, rischiamo di fermare questa rivoluzione a metà. Per questo, dotare tutti gli enti di questo ruolo è cruciale”.

“Con questo tavolo, intendo personalmente dare un contributo risolutivo alla questione, che sta a cuore a tutto il governo”, ha concluso il sottosegretario.

A ottobre il ministero della PA ha varato la circolare con la quale si sollecitano tutte le amministrazioni pubbliche a individuare  un Responsabile per la Transizione al Digitale (Rtd), come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale. Si tratta della figura prevista come obbligatoria dal Cad a partire dal 14 settembre 2016 ma che ad oggi risulta operativa solo in un numero limitato di amministrazioni.

“Con la circolare – spiegano da Palazzo Vidoni – nella convinzione della centralità del ruolo del Rtd ai fini della trasformazione digitale dell’amministrazione e del pieno adempimento delle norme in materia di innovazione della pubblica amministrazione, si richiamano le amministrazioni a provvedere, con ogni opportuna urgenza, alla individuazione del Rtd preposto all’ufficio per la transizione al digitale e alla relativa registrazione sull’Indice delle pubbliche amministrazioni  (Ipa)”.

L’art. 17 del Cad stabilisce che ciascuna pubblica amministrazione sia tenuta ad affidare ad un unico ufficio dirigenziale, fermo restando il numero complessivo degli uffici, la “transizione alla modalità operativa digitale e i conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione digitale e aperta, di servizi facilmente utilizzabili e di qualità, attraverso una maggiore efficienza ed economicità” nominando appunto un Responsabile per la Transizione al Digitale (Rtd).

Nel testo di legge si attribuiva alla struttura per l’organizzazione, l’innovazione e le tecnologie una serie di compiti di rilievo strategico. Tra i suoi compiti quello di analizzare la coerenza tra l’organizzazione dell’amministrazione e l’utilizzo delle tecnologie digitali, di ridurre i tempi e i costi dell’azione amministrativa e anche di promuovere le iniziative attinenti l’attuazione delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie.

Il nuovo Cad (ovvero la versione novellata del 2016) ne definisce invece la collocazione organizzativa e dispone che, con riferimento ai compiti relativi alla transizione alla modalità digitale, risponde direttamente all’organo di vertice politico dell’ente (nel caso dei Comuni al sindaco, ad esempio) o, in sua assenza, a quello amministrativo.

Il fatto che l’Rtd dipenda dall’organo politico “denota – eviednziano dal Palazzo Vidoni – la volontà del legislatore di ricondurre immediatamente al vertice dell’amministrazione la governance della transizione del Paese al digitale, attraverso la realizzazione di servizi pubblici rivisitati in un’ottica che ne preveda la piena integrazione con le nuove tecnologie e non più la giustapposizione di queste ultime alle esistenti forme di organizzazione”.

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