Per Nokia la promessa del 5G si concretizzerà solo nella seconda metà dell’anno: il fornitore finlandese di attrezzature di rete telecom ha messo in guardia il mercato su un avvio soft del 2019, cui seguirà, però, “una seconda metà dell’anno molto più robusta”, ha indicato il ceo Rajeev Suri.
Nokia ha anche presentato una trimestrale positiva che ha superato le attese su utili e vendite, e ha detto di aspettarsi che le reti mobili di quinta generazione saranno il traino del business per i prossimi due anni.
“Siamo rimasti delusi dall’outlook un po’ più incerto del previsto, ma il quadro generale resta invariato”, ha commentato Mikael Rautanen della società di ricerche Inderes. “Il mercato si sta riprendendo bene grazie al 5G e Nokia procede verso gli obiettivi fissati per il 2020. Il quarto trimestre è stato piuttosto positivo, come ci aspettavamo”.
Nel periodo ottobre-dicembre 2018 Nokia ha riportato revenue di 6,8 miliardi di euro, in crescita del 3% anno su anno; la divisione reti (Networks Business, che accorpa di segmenti Ultra broadband, Global services e Ip Networks and applications) resta il motore dell’attività con revenue di 6,2 miliardi (+7% anno su anno) e utile operativo di 841 milioni (+30%). La divisione Technologies vale invece nel quarto trimestre un fatturato di 423 milioni di euro, in contrazione anno su anno a causa di un esborso una tantum, ha spiegato Nokia. L’utile netto totale del trimestre ammonta a 203 milioni di euro, contro la perdita di 378 milioni del quarto trimestre 2017. Nokia prevede per il 2019 Eps compreso tra 0,25 e 0,29 euro, superiore alle attese degli analisti; per il 2020 l’Eps stimato è di 0,37-0,42 euro.
Per il full year 2018, Nokia ha registrato ricavi di 22,5 miliardi di euro e una perdita di 563 milioni; il fatturato rappresenta una contrazione del 3% anno su anno ma la perdita si è nettamente ridotta rispetto a 1,5 miliardi di euro del 2017.
Anche la diretta rivale europea di Nokia, la svedese Ericsson, ha riportato risultati nel quarto trimestre superiori alle attese, grazie ai primi contratti di fornitura per le reti 5G e, in particolare, alla domanda degli operatori mobili statunitensi. Le telco Usa, infatti, cercano alternative al vendor cinese Huawei, colpito dall’ostracismo di Donald Trump e dalle accuse del governo americano (sempre smentite dall’azienda di Shenzhen) di rappresentare un pericolo per la sicurezza delle infrastrutture strategiche.
Perciò alcuni analisti pensano che sia Nokia che Ericsson continueranno a trarre vantaggio dalle difficoltà dei fornitori di rete cinesi, anche se il ceo di Nokia, Suri, non ha rilasciato commenti specifici sul caso Huawei e le eventuali ricadute sul business e si è limitato a dire che la sua azienda segue da vicino l’evolversi della situazione.
Nella call con gli analisti riportata da Reuters i top manager di Nokia hanno riferito che sono in corso più di 70 trial 5G e che il business è particolarmente solido negli Stati Uniti, il più grande mercato per il fornitore finlandese. “Abbiamo avuto un quarto trimestre 2018 forte in Nord America, come avevamo indicato già durante l’anno”, ha dichiarato il Cfo Kristian Pullola. “E’ il mercato leader dove il 5G sta diventando realtà” e dove Nokia partecipa attivamente con le sue tecnologie alla trasformazione epocale innescata dalle nuove reti mobili, ha sottolineato Pullola.
A dicembre Nokia ha ottenuto un prestito da 250 milioni di euro dalla Nordic Investment Bank (NIB) per finanziare il programma di ricerca e sviluppo focalizzato sulle attività 5G in Europa nel 2018-2020. L’investimento si concentrerà in particolare sullo sviluppo di nuove offerte di prodotti end-to-end 5G per diverse aree di business, tra cui l’Internet of Things.
Nokia sta scommettendo tutto sul 5G: di recente ha creato anche una divisione ad hoc chiamata Access Networks che unisce le competenze di due business unit, Mobile Networks e Fixed Networks, che per la natura stessa della tecnologia 5G sono chiamate a collaborare sempre più da vicino.