Spiegare alla comunità internazionale in lingua inglese la complessità italiana e europea attraverso la visione dei leader. Con questo obiettivo nasce oggi “The Voice of Business”, il primo canale web in lingua inglese dall’Italia che ospiterà interventi scritti da ceo statunitensi, italiani e europei per fornire numeri, opinioni, news sullo scenario sociale e economico italiano e europeo nonché sulle opportunità di investimento per i player internazionali.
Rivolto principalmente alla comunità di investitori degli Stati Uniti, il canale ospita interventi di “thought-leaders” – italiani e europei – che condividono la loro esperienza di business nel Vecchio e nel Nuovo Continente, ma anche di manager americani che hanno investito in Europa con successo.
The Voice of Business è l’ultimo – in ordine di tempo – progetto lanciato da “Italian Business & Investment Initiative”, la piattaforma di comunicazione e relazione permanente tra Italia e Usa, lanciata da Fernando Napolitano nel 2011.
“L’Italia è l’unica grande economia al mondo che non ha uno strumento in inglese per parlare di sé – spiega Napolitano – Sono altri a raccontare al mondo chi siamo, in maniera certamente onesta, ma senza la nostra guida. Il risultato è essere percepiti come un Paese molto più rischioso di quanto siamo. Spetta ai ceo guidare il cambiamento, fornire alla business community internazionale gli strumenti per capire la complessità italiana e europea. La leadership è una responsabilità“.
Gli interventi dei ceo saranno rilanciati dagli account social personali e aziendali dei contributors. Nella prima fase, ogni tre giorni, sarà diffuso un contributo scritto a cui seguiranno dei video. Ad oggi sono pronti per la pubblicazione 60 testi redatti da altrettanti ceo; testi che diventeranno 100 entro la fine di giugno 2019.
Sono inoltre previste sponsorizzazioni sui social network volte a costruire una community online di C-level (Partner, ceo, General Manager, VP, President, Business Development) con primo target geografico focalizzato sull’area della “Greater New York” e su aziende da 50 dipendenti fino a oltre 10.000 attive nei settori finanza, private equity, energia, farmaceutica, digital, oil & gas, commercio.
“Il mondo anglosassone – spiega Napolitano – legge i numeri, ma le cifre non sono in grado di rappresentare in maniera corretta e esaustiva il calibro del mosaico che compone l’imprenditorialità italiana. Negli Stati Uniti c’è una visione binaria e monocromatica dell’Italia: da una parte viene riconosciuta la leadership indiscussa nei settori della moda, del cibo, del design, dall’altra la si ritiene un Paese non per il ‘serious business’. L’Italia è la 38ma destinazione degli investimenti Usa. Viceversa, le Pmi italiane hanno bisogno di capitali e competenze per fare scala e competere sui mercati internazionali”.
“Per consentire alle imprese pubbliche e private italiane di fornire un’informazione corretta, completa e continuativa che possa contribuire a creare un contesto di fiducia duraturo verso la nostra economia, abbiamo istituito una piattaforma modulare e scalabile, ormai consolidata – conclude – Il fine è portare il mondo del business italiano a essere più loquace e meglio ascoltato, più presente negli Stati Uniti e con maggiore continuità. Offriamo gli strumenti e la prospettiva per fornire agli interlocutori internazionali il quadro esatto della nostra economia, collocata all’interno di un contesto europeo”.
All’evento ha partecipato anche l’Ad di Enel, Francesco Starace secondo cui “le soluzioni da mettere in atto per uscire dalla recessione sono sempre le stesse: investire, investire, investire”.
“Noi come Enel stiamo investendo da un bel po’ – ha proseguito – siamo al raddoppio degli investimenti annuali fatti in Italia e nei prossimi tre anni, incluso il 2019, rispetto al triennio precedente si raddoppieranno ma, anche se siamo una grande azienda da soli non ce la faremo mai a tirare fuori l’Italia. Più si riesce a mettere in cantiere e investire nel paese – ha aggiunto il top manager – più rapidamente si esce dalla recessione”.
E interpellato sulla politica economica del Governo, Starace si è detto d’accordo sulla necessità di investire e semplificare chiarendo che servono fatti e non solo parole. “Il governo ha già detto che bisognerebbe investire di più e sbloccare una serie di investimenti, in particolare sulle opere pubbliche, che sono fondamentali per far ripartire l’economia. Siamo tutti qui a cercare di farlo e non è tanto una questione di scelte ma di riuscire a realizzare queste scelte anche semplificando i processi autorizzativi e far si’ che le cose vengano non solo promesse ma poi fatte”.