SCENARI

Riscatto in bitcoin: gli hacker virano sul cryptomining per rubare dati alle aziende

Secondo i dati del security report di Check Point Software il 37% delle organizzazioni a livello globale è già stato colpito dalla nuova generazione di malware. In aumento gli attacchi via smartphone

Pubblicato il 01 Feb 2019

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Tramonta il rischio ransomware, il software maligno che critta i dati del disco rigido chiedendo un riscatto in Bitcoin per sbloccarli, e invece accelerano altri due malware: cryptomining, cioè software che “minano” bitcoin all’insaputa dell’utente del Pc, e gli attacchi agli apparecchi telefonici smart. Sono i risultati principali del rapporto Security Report 2019 di Check Point Software Technologies, azienda israeliana specializzata in difesa e prevenzione della sicurezza digitale.

La fascia di insicurezza più acuta è quella rappresentata dai cryptominer: nel 2018 quattro cryptominer sono stati tra i malware più diffusi, occupando i primi posti della classifica e colpendo il 37% delle organizzazioni a livello globale. Nonostante un calo del valore di tutte le criptovalute, il 20% delle aziende continua a essere colpito da attacchi cryptomining ogni settimana.

Ma sono anche i dispositivi mobili ad essere sotto attacco: nel 2018, il 33% delle organizzazioni in tutto il mondo è stato colpito da malware mobile, di cui i principali tre colpiscono il sistema operativo Android. Inoltre, si sono verificati diversi casi in cui il malware mobile è stato preinstallato sui dispositivi e nelle app disponibili negli app store

Mentre calano gli attacchi ransomware, l’uso di software maligni per creare delle botnet (reti di computer violati all’insaputa dei proprietari e utilizzati da remoto per compiere attacchi online a server e altri servizi) è continuamente cresciuto, Sono il terzo tipo di malware più comune, con il 18% delle organizzazioni che vengono colpite da bot.

Il dato italiano non è differente da quello degli altri paesi ma specifica meglio quali sono in concreto i software utilizzati per gli attacchi: ci sono principalmente tre famiglie di malware che hanno avuto maggior impatto: Coinhive, Cryptoloot e Jsecoin (quest’ultimo meno diffuso dei primi due).

“Dall’aumento vertiginoso degli attacchi cryptomining – sottolinea Peter Alexander, Chief Marketing Officer di Check Point Software Technologies –, alle massicce violazioni dei dati, agli attacchi DDoS, nell’ultimo anno ci sono stati molti disagi informatici per le organizzazioni globali. I cybercriminali hanno a disposizione un’ampia gamma di opzioni per indirizzare ed estrarre ricavi dalle organizzazioni di qualsiasi settore, e la prima parte del Security Report 2019 evidenzia gli approcci che stanno utilizzando, sempre più furtivamente. Questi attacchi di quinta generazione multi-vettoriali, veloci e su larga scala stanno diventando sempre più frequenti, e le organizzazioni devono adottare una strategia di sicurezza informatica su più livelli che impedisca a questi attacchi di impossessarsi delle loro reti e dei loro dati. Il Security Report 2019 mette a disposizione conoscenze, approfondimenti e raccomandazioni su come prevenire questi attacchi”.

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