Turbo al titolo di Facebook in Borsa, spinto dalla trimestrale in crescita. La volata fa lievitare di 6,2 mld di dollari la ricchezza del Ceo Mark Zuckerberg che ora diventa il quinto uomo più ricco al mondo nella classifica dei miliardari di Bloomerg superando in un colpo solo il patron di Zara Amancio Ortega e l’imprenditore messicano Carlos Slim. Con un patrimonio complessivo di 65,6 miliardi di dollari il fondatore della piattaforma si trova alle spalle di Jeff Bezos, numero uno di Amazon e primo in classifica con 142,1 miliardi di dollari; Bill Gates con 95,8 miliardi; Warren Buffet con 84,9 miliardi; e Bernard Arnault con 76,6 miliardi.
Lo scatto a Wall Street arriva in una fase di cantiere aperto per le strategie del social. All’orizzonte il progetto di unire – ma non prima del 2020 – la piattaforma alle sue tre app, Messenger, WhatsApp e Instagram, che ora crescono e godono del favore dei giovani, più di quanto non succeda alla casa madre. Progetto controverso, però, su cui si addensano ulteriori nubi legate al trattamento dei dati personali.
Anche i falsi account rappresentano un fronte caldo. Non solo per il social di Zuckerberg, ma anche per Twitter. Le due piattaforme hanno rimosso centinaia di account legati a Russia, Iran e Venezuela che amplificavano posizioni antioccidentali e che avevano generato oltre 2 milioni di follower. Lo scrive il Guardian. Fb ha cancellato 783 pagine, gruppi e account che si spacciavano per utenti di paesi europei, mediorientali e dell’Asia meridionale e che condividevano contenuti largamente riproposti dai media statali iraniani. Twitter ha invece eliminato migliaia di account maligni, in parte contro il voto di Midterm.
Gli account, alcuni dei quali attivi sin dal 2010, hanno generato circa 2 milioni di follower su Fb e oltre 250 mila su Instagram. Mentre Facebook non ha precisato il motivo dell’operazione, il laboratorio di ricerca digitale forense dell’Atlantic Council che ha analizzato gli account ha riferito sono legati a “contenuti con forti predilezioni per il governo di Teheran e contro l’Occidente e i vicini regionali, come Arabia Saudita e Israele”.
Gli account eliminati da Twitter si concentravano sulle elezioni di midterm dello scorso novembre (ma la maggior parte era stata sospesa prima del voto). Quelli legati al Venezuela erano quasi 2.000. Facebook ha agito in parte sulla base di informazioni condivise con Twitter.