Dopo Hsbc, un altro colosso bancario ha scelto di sostenere finanziariamente la fintech Bud: stando a quanto riportato da Reuters, Goldman Sachs ha infatti preso parte attiva nell’ultima raccolta di investimenti, del valore complessivo di 20 milioni di dollari, dedicata alla piattaforma britannica. Bud è tra le aziende più promettenti del panorama tecnologico, e lo prova il fatto che è già spalleggiata da diversi istituti bancari in tutto il mondo: dall’australiano Anz, al sudafricano Investec fino allo spagnolo Banco Sabadell. La fintech sfrutta a piena mani la logica dell’open banking e il nuovo assetto normativo della Psd2 – che consente ai fornitori di servizio di pagamento di accedere ai dati bancari dei correntisti – per dare vita, grazie a soluzioni di intelligenza artificiale, a un’offerta integrata di funzioni.
Ed è per questo motivo che i grandi gruppi tradizionali stanno pian piano entrando in partita: il rischio di venire disintermediati a causa di user experience semplificate su infrastrutture interbancarie di nuova concezione è elevatissimo. Se non puoi batterli, alleati con loro. D’altra parte, per le fintech come Bud la collaborazione con le corporation del calibro di Goldan Sachs ha un’enorme valenza strategica. Sia per quanto riguarda l’accesso ai profili di milioni di potenziali clienti, sia rispetto alle expertise maturate dai gruppi sul piano normativo e su quello della conoscenza dei mercati. In questo senso, il vantaggio è mutuale, e un’alleanza, nel rispetto delle regole della sana concorrenza, può generare molto più valore di una guerra che probabilmente non vedrebbe uscire dalla competizione nessun vincitore nel medio termine.
Nel caso specifico, Bud ha dichiarato che la nuova capitalizzazione da venti milioni servirà per raddoppiare le risorse umane, che attualmente contano 62 collaboratori, e per espandersi in nuovi mercati.