Basta con gli allarmismi ingiustificati. È ora di fare chiarezza e di sgombrare definitivamente il campo dalle polemiche per mandare avanti il cantiere 5G in nome della massima trasparenza e, soprattutto, garantendo la sicurezza delle reti di Tlc nazionali. Dopo gli annunci messi nero su bianco dal quotidiano La Stampa, poi smentiti dal Mise, di un imminente “ban” dell’Italia nei confronti di Huawei e Zte, l’azienda capitanata da Hu Kun ha deciso di intervenire sulla questione con un’azione forte e decisa. Oltre a ribadire la collaborazione con il Governo italiano “nel rispetto della massima trasparenza e nel rispetto delle leggi e dei regolamenti in materia”, l’azienda si dice più che favorevole all’ipotesi della messa a punto di un sistema di certificazione che consenta di “garantire” la sicurezza delle infrastrutture considerando l’iniziativa “un’opportunità di confronto su processi volti a mettere in evidenza la necessaria trasparenza” e manifestando la “piena collaborazione per la risoluzione di qualsiasi questione o necessità”. Zte puntualizza di essere “già impegnata a far certificare le proprie reti secondo le normative previste dal Mise e dall’Ocsi (Organismo di Certificazione della Sicurezza informatica, ndr) nonché di operare “affinché le soluzioni tecniche siano ufficialmente approvate dagli organi preposti”.
E c’è di più: gli investimenti in Italia saranno ulteriormente rafforzati e l’azienda si prepara a inaugurare presto, proprio in Italia, un Security Lab insieme ad una serie di partner locali. L’iniziativa, a quanto risulta a Corcom, sarebbe già in fase avanzata: già individuata la location e il taglio del nastro sarebbe imminente. In una nota internazionale sono state intanto messe nero su bianco tutte le attività in tema security a conferma dell’importanza che il tema riveste per la società.
In attesa che il governo italiano trovi la quadra definitiva sulla questione anche Huawei ha deciso di spingere forte l’acceleratore in tema security: Bruxelles la città in cui sarà inaugurato, a marzo, il Cybersecurity Centre europeo. Iniziativa che mira a “dimostrare in modo più trasparente che siamo parte della soluzione, non del problema”, sottolinea Abraham Liu, rappresentante capo di Huawei presso l’Ue.
È notizia dei giorni scorsi l’apertura di un “dossier” da parte della Commissione europea per affrontare la questione della sicurezza delle reti 5G e stando alle prime indiscrezioni l’Europa starebbe optando per una linea “dura”. “Recentemente Huawei è stata sotto attacco costante da parte di alcuni Paesi e politici con accuse infondate e senza senso”, puntualizza Abraham Liu ricordando che “sebbene gli Usa non utilizzino tecnologia Huawei, le loro reti tlc comunque “non sono le più sicure del mondo”. Al contrario, la “cybersicurezza è una questione comune condivisa dal mondo intero e da tutta l’industria, e richiede lo sforzo di tutti per farvi fronte”. “Lamentarsi non risolverà il problema ma lavorare strettamente con i nostri partner europei creerà un futuro migliore”.