ITASEC19

Difesa, Trenta: “Includere cyberbsecurity nel 2% destinato alla Nato”

La proposta della ministra alla conferenza nazionale sulla sicurezza informatica: “In una dimensione internazionale abbiamo il dovere di azioni condivise che non possono prescindere dagli spazi cibernetici”

Pubblicato il 13 Feb 2019

elisabetta-trenta

“Gli investimenti in cybersicurezza siano inclusi nella quota del 2% che i Paesi Nato destinano alla Difesa”. E’ la proposta della ministra della Difesa Elisabetta Trenta, intervenuta al Cnr di Pisa nel corso di Itasec19, la terza conferenza nazionale sulla sicurezza informatica. Una misura, già avanzata da Trenta in sede ufficiale, necessaria perché – ha sottolineato Trenta – “quando si parla di sicurezza cibernetica non è possibile distinguere mondo militare e civile”.

“In una dimensione internazionale, abbiamo il dovere di una sicurezza condivisa che non può prescindere dagli spazi cibernetici”. Perché, ha spiegato il ministro, “la sicurezza di ogni Stato Nato contribuisce alla sicurezza dell’alleanza”.

“Quella cibernetica è la frontiera su cui si sta spostando sempre più e in misura più pervasiva la dinamica delle conflittualità tra Stati e tra soggetti – ha sottolineato Trenta – L’Italia ha istituito, presso il Dipartimento per le Informazioni e la Sicurezza, il Nucleo sicurezza cibernetica (Nsc), presieduto proprio da Roberto Baldoni e per il quale ho voluto nominare, in rappresentanza della Difesa, uno dei miei consiglieri”.

Trenta ha poi aggiunto che “in ambito Nato la Difesa ha delineato le esigenze operative per rafforzare la sicurezza dello spazio cibernetico e ha costituito il Comando interforze per le operazioni cibernetiche (Cioc), posto alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, quale Cyber Command nazionale abilitato a svolgere operazioni militari nel dominio cibernetico”.

“Questa capacità cyber – ha concluso il ministro – sarà implementata anche nei teatri operativi in cui sono impegnati i nostri contingenti, nell’ambito dei comandi militari delle forze proiettate, attraverso Cellule operative cibernetiche che opereranno anche in sistema con il Cioc in Italia e garantiranno la protezione degli assetti militari, ormai sempre più digitalizzati e la condotta delle possibili operazioni cibernetiche nell’area delle operazioni militari, secondo la missione istituzionale, le direttive operative e le regole di ingaggio stabilite”.

“Il mondo del web è popolato da milioni di attori i quali, in buona parte, agiscono autonomamente e indipendentemente l’uno dall’altro – ha po ricordato la ministra – Questa è la grandezza e la potenza incredibile della rete, ma anche la sua più grande vulnerabilità”.

“Per continuare a usufruire, pienamente, delle immense risorse che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione – ha aggiunto -, dobbiamo necessariamente dedicare la massima attenzione alla sicurezza dell’ambiente cibernetico, agendo in stretta sinergia per contrastare le minacce a esso collegate”

Intanto Leonardo ha firmato proprio con la Ncia (Nato Communication and Information Agency) della Nato un contratto per l’estensione dei servizi di protezione informatica per l’Alleanza per ulteriori 18 mesi. Il nuovo accordo, denominato ‘Ncirc – Csss’ (Nato Security Incident Response Capability – Cyber Security Support Services), assicura la continuità delle attività di sicurezza cibernetica erogate da Leonardo nell’ambito del programma Ncirc – Foc (Full Operational Capability), che termina a febbraio 2019.

Dal 2012 Leonardo collabora con l’agenzia Ncia per proteggere l’infrastruttura del sistema di comunicazione e informazione della Nato da attacchi informatici in continua crescita ed evoluzione, supportando l’Alleanza nello svolgimento della propria missione. Uno staff congiunto di Leonardo e della Ncia, formato da circa 200 esperti di sicurezza digitale, fornisce a personale Nato in 29 Paesi servizi di rilevamento, gestione e risposta agli incidenti informatici. La protezione si estende dalle reti fino ai dispositivi portatili, coprendo 75 siti, tra cui il quartier generale della Nato. Il servizio ha anche operato con successo per la cyber security dei Summit Nato del 2014, 2016 e 2018.

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