“Il tema delle reti di Tlc è strategico per lo sviluppo del Paese. Era opportuno che i vertici di Tim e Open Fiber si aprissero al confronto”: è ben più che un assit quello di Fabrizio Palermo, Ad di Cassa Depositi e Prestiti, all’intesa fra le due aziende di cui si parla da mesi. Un assist importante considerato che la Cassa è uno degli azionisti di Tim (con poco meno del 5%) e che la società presieduta da Luigi Gubitosi è profondamente spaccata proprio sul tema dello scorporo, con Vivendi, l’azionista di maggioranza, contrario all’ipotesi di spin-off e gli americani di Elliott totalmente favorevoli. “Vediamo come evolve la situazione e aspettiamo, rispettosi dell’autonomia di entrambe le società – ha detto Palermo-. Io sono uomo di numeri e finora di numeri non si era ancora parlato. Adesso il confronto è aperto”, ha detto il manager in un’intervista al Sole 24Ore.
Positiva la reazione del mercato alle esternazioni di Palermo: il titolo Tim nella mattinata ha guadagnato lo 0,7% a 0,492 euro per azione. Palermo è entrato anche più nel dettaglio: “Di sicuro Tim rappresenta un’eccellenza. Altrettanto importante, se ci sono le condizioni, è la creazione di reti convergenti. Occorre giocare su tre fronti: la rete in rame, quella in fibra ottica e il 5G. Nel soppesare vantaggi e svantaggi va tenuto conto di vari aspetti, compresi quelli occupazionali. Anche per questo è intervenuto il legislatore decidendo forti incentivi per la rete unica di Tim”. Il valore della rete in rame di Tim secondo Palermo “non è l’unico pezzo del puzzle”. “Un film va raccontato per la storia che racconta, non per l’efficacia di singoli epidosi. Anche in questo caso i conti vanno fatti alla fine.
Relativamente all’ipotesi di una crescita della posizione azionaria in Tim, Palermo ha glissato con un “preferisco non rispondere”