Lo scandalo Cambridge Analytica costerà probabilmente a Facebook una multa molto salata negli Stati Uniti. Il colosso dei social media sta patteggiando con la Us Federal trade commission per trovare un accordo sulla cifra, secondo quanto riporta il Washington Post. La multa potrebbe ammontare a due miliardi di dollari, una cifra-record: la sanzione pecuniaria più alta inferta finora dalla Ftc a una tech company (Google) si è fermata a 22,5 milioni di dollari. Le associazioni americane dei consumatori hanno tuttavia fatto pressing sul regolatore perché punisca con maggior severità le violazioni sulla privacy. Facebook non ha per ora confermato la notizia del patteggiamento che sarebbe in corso tra i legali delle due parti.
La Ftc, l’agenzia federale Usa con poteri sia di vigilanza antitrust che di protezione dei consumatori, aveva aperto un’indagine sul caso Facebook-Cambridge Analytica a marzo 2018. Il mese scorso sempre il Washington Post anticipava, sulla base di fonti confidenziali, che l’Ftc era prossima a imporre all’azienda di Mark Zuckerberg una pesante multa per violazione degli accordi sul trattamento dei dati personali.
Tali accordi sono a loro volta frutto di un patteggiamento concluso da Facebook con l’Ftc nel 2011 sulla gestione della privacy; il fascicolo aperto dal regolatore a marzo 2018, dopo che 87 milioni di dati personali di utenti sono finiti, senza consenso, nelle mani della società di marketing politico britannica, è scaturito proprio dall’ipotesi di violazione dell’accordo (che aveva comportato una serie di obblighi ma non una multa). Successivi scandali sulla gestione dati, tra cui il data breach che ha colpito 29 milioni di profili Facebook a settembre 2018, hanno tenuto acceso il faro della Ftc.
Le associazioni dei consumatori americano hanno nel frattempo fatto pressing sulla Ftc perché la sanzione sia esemplare: il datagate, dicono i paladini della privacy, esige multe nell’ordine dei miliardi, non dei milioni (come accaduto nel caso di Google). In particolare, le organizzazioni Open Market Institute, Color of Change e Electronic Privacy Information Center hanno scritto all’agenzia federale chiedendo almeno 2 miliardi di multa e l’obbligo per Facebook di scorporare Instagram e WhatsApp per evitare l’accentramento di volumi giganteschi di dati personali nelle mani della stessa azienda e il passaggio, senza consenso, di dati personali da un servizio all’altro (un elemento considerato problematico da diversi regolatori).
Stando a quanto scrive il Washington Post, la multa miliardaria sarebbe plausibile; non è probabile, invece, aggiunge The Verge, che la Ftc si spinga fino a chiedere a Facebook di scorporare Instagram e WhatsApp come parte del patteggiamento, perché Facebook si opporrebbe e ne scaturirebbe un lungo braccio di ferro legale.