“Un passo importante per l’innovazione e la tutela della creatività nell’era digitale”. Così Fabio Del Giudice, direttore di Confindustria Cultura, commenta l’accordo raggiunto tra le istituzioni europee sul diritto d’autore dopo la fine del negoziato del Trilogo sulla riforma del diritto d’autore nel mercato unico digitale.
“L’industria creativa italiana – sottolinea Del Giudice – rappresenta, secondo i dati EY, un valore economico complessivo che sfiora i 48 miliardi di euro con oltre un milione di occupati. In tale contesto, l’evoluzione digitale costituisce un fattore determinate di sviluppo per tutti i settori produttivi. Confindustria Cultura è stata fortemente impegnata a sostenere la riforma europea del diritto d’autore e non può che applaudire per il risultato raggiunto dal negoziato in sede EU. Risultato raggiunto nonostante una campagna durissima e manipolatoria dei giganti del web finalizzata a mantenere lo status quo, strumentalizzando principi quali il diritto di accesso e di informazione”.
“L’accordo raggiunto tra i negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio – prosegue Del Giudice – mira a garantire che i diritti e gli obblighi derivati dal copyright si applichino anche a Internet. YouTube, Facebook e Google News sono tra le aziende più direttamente interessate da questa legislazione. I co-legislatori si sono inoltre impegnati a garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione. I frammenti degli articoli di cronaca potranno così continuare ad essere condivisi senza violare il diritto d’autore, così come le GIF e i meme. La normativa non introduce nessun filtro e i diritti fondamentali dei cittadini sono stati salvaguardati. Attualmente, le società di internet non sono responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Gli autori sono pertanto costretti a controllare ciò che è pubblicato, chiedere la rimozione di ciò che è illecito senza garanzia che pochi istanti dopo la violazione non si ripeta. Come le piattaforme contestano, ciò è oltremodo oneroso. Il problema è che oggi l’onere è interamente a carico di chi crea, mentre i profitti sono prevalentemente a favore di chi intermedia. La direttiva riequilibra gli oneri: precisando che alcuni obblighi restano a carico dei titolari dei diritti ma chiedendo alle piattaforme di assumersi la propria parte di responsabilità”.
“L’introduzione della responsabilità per le società online – conclude – aumenterà le possibilità dei titolari dei diritti (musicisti, interpreti, sceneggiatori, scrittori, fotografi, giornalisti… nonché editori, produttori audio-video, case discografiche…) di ottenere accordi di licenza equi, con una remunerazione più giusta per l’uso delle loro opere sfruttate in forma digitale. Per l’intero comparto è ora fondamentale che il testo di compromesso venga approvato in via definitiva dal Parlamento in tempi brevi”.