“E’ il momento di lavorare a un soggetto unico che dia connettività ai cittadini”. Alla vigilia del cda di Tim, in calendario giovedi 21 febbraio, il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio torna a insistere sul tema della rete unica. La questione ai 5Stelle sta particolarmente a cuore, tant’è che sin da subito Di Maio si è speso a favore di una liaison fra Tim e Open Fiber in nome di un’infrastruttura Paese.
“In Italia abbiamo creato i presupposti normativi”, ha ricordato inoltre di Maio riferendosi alle novità introdotte dal Decreto Fiscale in cui è stata messa nero su bianco dal governo l’intenzione di favorire lo sviluppo di infrastrutture “nuove e avanzate in banda ultra larga” con attenzione alla forza lavoro “dei soggetti giuridici coinvolti” e con tempi certi per la “separazione” della rete. Relativamente ai nuovi “poteri” in capo ad Agcom, l’Authority potrà indicare “uno schema di eventuale aggregazione” volontaria “in un soggetto giuridico non verticalmente integrato e wholesale”, con proprietà “diversa o sotto controllo di terzi” che devono essere anche “indipendenti ossia diversi da operatori di rete verticalmente integrati”. Attualmente è in consultazione l’analisi del mercato che comprendere anche il dossier scorporo. Gli operatori di Tlc e gli stakeholder di mercato interessati a partecipare avranno ancora pochi giorni per dire la loro.
“Credo che sia il momento di lavorare a un soggetto unico che dia connettività alla gente, invece di vedere le nostre aziende combattere ad armi non pari con le aziende straniere”, ha detto Di Maio. Ma non c’è niente di scontato nella vicenda Tim- Open Fiber. Dal niet categorico dei vertici della società di Enel e Cdp ad unire le forze si è passati a una task force operativa che sta lavorando anche al dossier “fusione” degli asset di rete. Giovedì 21 oltre a presentare i conti, l’Ad di Tim Luigi Gubitosi illustrerà il piano industriale il cui pilastro portante sarà rappresentato inevitabilmente dal futuro della rete.