TECNOLOGIE

Terremoti, da Enea una mappa digitale “integrata” per mettere in sicurezza i beni culturali

L’Earth Observation System incrocia l’analisi di un’immagine satellitare a quella di dati spaziali e spettrali in grado di fornire informazioni puntuali sui diversi tipi di macerie e su come intervenire per rimuoverle

Pubblicato il 21 Feb 2019

enea

Un sistema innovativo di osservazione della Terra dallo spazio per la stima dei volumi e l’analisi delle macerie, verifiche di agibilità dei beni culturali e delle criticità idro-geologiche, indagini “macrosismiche” per lo studio degli effetti del sisma sul costruito, pianificazione territoriale con la microzonazione sismica. Sono questi gli interventi messi in campo dall’Enea nell’ambito delle attività condotte come membro del Comitato Operativo del Dipartimento della Protezione Civile, a seguito degli eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale nel 2016-2017.

Dal centinaio di sopralluoghi svolti dai ricercatori dell’Agenzia, insieme ai funzionari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è emerso che in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, il 45% delle chiese verificate è risultato inagibile, il 13% agibile con provvedimenti, il 5% parzialmente agibile e il 4% temporaneamente inagibile. L’inagibilità totale sul territorio comunale di Amatrice riguarda invece 20 chiese su 21.

Con riguardo alle attività di Earth Observation System, l’innovazione dell’Enea consiste in una mappa digitale che incrocia l’analisi di un’immagine satellitare – che già da sola consente il confronto delle immagini post-terremoto con quelle pre-terremoto – a un processo di interpretazione e integrazione di informazioni spaziali e spettrali, che  fornisce su grandi aree e a intervalli brevi una panoramica della situazione generale ma anche informazioni puntuali sui diversi tipi di macerie e crolli.

“Le immagini di tutto il centro storico di Amatrice sono state elaborate in diverse combinazioni di bande spettrali; i dati satellitari sono stati ulteriormente elaborati, lavorando sull’istogramma dell’immagine che ha permesso di evidenziare le informazioni morfologiche”, dice Francesco Immordino del Laboratorio Enea di “Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico”.

“Inoltre, osservando le porzioni occupate dalle macerie si notano un’elevata riflettività e toni medi non omogenei mentre l’elevato dettaglio permette di osservare i crolli totali e parziali, distinguendo così le macerie e le tipologie di crollo – evidenzia Elena Candigliota, ricercatrice dello stesso laboratorio Enea – Grazie a tecniche satellitari e ottiche, di telerilevamento radar, o SAR, e a sistemi di early warning, queste tecnologie possono fornire uno strumento prezioso per la prevenzione, pianificazione territoriale pre e post evento e il superamento di eventuali emergenze”.

Nella zona centrale di Amatrice, resa inaccessibile dalla distruzione della quasi totalità degli edifici, ad essere compromesso è anche il grande patrimonio storico, artistico e culturale conservato nei secoli negli edifici di culto, fatto di elementi di pregio quali affreschi, stucchi, sculture ed arredi interni, a testimonianza della grande fragilità di questa tipologia costruttiva e della violenza con cui il sisma ha colpito.

I risultati degli studi hanno fornito nuovi spunti e proposte per la prevenzione e il miglioramento strutturale del patrimonio storico e la gestione del territorio colpito dal sisma, a partire dal sistema di isolamento sismico da posizionare in sottofondazione, brevettato Enea e Politecnico di Torino, in grado di coniugare sicurezza e conservazione del bene.

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