Parola d’ordine: Execution. È un piano all’insegna della concretezza e di azioni strategiche votate su ciò che si può e si deve fare per dare valore a Tim quello che porta la firma del nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi, approvato dal cda. Strategico e chiave il ruolo della rete, quella fissa ma soprattutto quella mobile in vista dell’era 5G.
È il memorandum di intesa siglato con Vodafone a rappresentare la vera novità e a sparigliare le carte. Il tema dello scorporo della rete fissa ha tenuto banco per mesi, ma l’accordo annunciato in materia di condivisione delle infrastrutture mobili per spingere il roll out della quinta generazione mobile – massimizzando da un lato la copertura territoriale e dall’altro monetizzando gli ingenti investimenti in campo abbattendo i costi di realizzazione – rappresenta senza dubbio un cambio di marcia. E sono molte le novità del piano 2019-2021 votate a rafforzare il ruolo di Tim e a valorizzare tutti gli asset dell’azienda.
IL RUOLO FORTE DEL 5G
Sul fronte delle infrastrutture spicca dunque il Mou siglato con Vodafone. I due operatori “intendono avviare una partnership per la condivisione della componente attiva della rete 5G, valutare la condivisone degli apparati attivi della rete 4G e ampliare l’attuale accordo di condivisione passivi”. La cooperazione è mirata ad adeguare le rispettive reti di trasmissione in fibra per il backhauling mobile.
In dettaglio si valuterà l’aggregazione in un’unica entità delle rispettive infrastrutture passive, per un totale di 22.000 torri in Italia. Sebbene il Mou non sia vincolante le due società hanno deciso di concordare una trattativa in esclusiva sulla negoziazione del progetto complessivo. E si stanno inoltre valutando fattibilità e contenuti di una possibile aggregazione in una sola entità delle rispettive torri di trasmissione in Italia, ossia aggregando le infrastrutture passive di rete di Vodafone con quelle di Inwit. E oggi il cda di Inwit ha dato mandato al ceo Giovanni Ferigo, di negoziare l’integrazione con le torri Vodafone in Italia. L’obiettivo è perfezionare uno o più accordi entro il 2019.La collaborazione nelle infrastrutture passive di rete, comincerebbe con il passare dagli attuali 10.000 siti (circa il 45% del totale delle torri delle due società) a una copertura su base nazionale.
“Siamo convinti che la condivisione della rete sia un elemento chiave per offrire un servizio più esteso, migliore ed efficace a vantaggio del Paese, dei clienti e di tutti gli stakeholder”, ha detto l’Ad di Tim Luigi Gubitosi. E da parte sua l’Ad di Vodafone Italia Aldo Bisio sottolinea come la partnership possa anticipare i tempi del 5G che “rappresenta una discontinuità tecnologica con un impatto sociale profondo, che richiede investimenti, efficienza e rapidità realizzativa”.
AVANTI TUTTA CON OPEN FIBER
Riguardo alla rete fissa il tavolo di confronto con Open Fiber rappresenta l’altro tassello del piano: “Tim crede nell’opportunità del valore che può portare la rete unica” e per questo punta a “esplorare tutte le opzioni possibili, inclusa una completa combinazione sociateria”. L’azienda, si legge nella nota emessa a conclusione del cda, “prosegue il lavoro con i propri advisor finanziari per esplorare l’opportunità di una rete unica e massimizzare il valoe dell’infrastruttura di rete fissa di Tim. “La convergenza delle due reti porterebbe vantaggi a tutti gli stakeholders: le aziende coinvolte, il mercato, gli azionisti e il paese intero, che beneficerebbe di un’infrastruttura veloce e all’avanguardia”.
TAGLIO COSTI E RIORGANIZZAZIONE
Una funzione dedicata assicurerà la realizzazione di iniziative di taglio dei costi già identificate che porteranno a un decremento dell’8% sulla base costi aggredibile.
L’approccio sul fronte tecnologico delineato nel nuovo piano di Tim pone modernizzazione, semplificazione e intelligenza artificiale al centro dei futuri investimenti. Tim realizzerà una rete 5G completamente nuova e automatizzata, proseguendo contestualmente con la dismissione e il consolidamento degli asset ridondanti (ad esempio datacenter e centrali).
LE AZIONI CHIAVE SULLE BUSINESS UNIT
Sul fronte delle singole business unit “tutte ricopriranno un ruolo chiave per il conseguimento dei principali obiettivi del Piano 2019-2021”. Ecco le principali azioni chiave
Consumer: Ripartire dai vantaggi competitivi consolidati (qualità, dimensioni e competenze tecniche) per portare razionalità sia sul mercato Fisso sia sul Mobile. Tutto ciò passa attraverso un nuovo approccio al mercato passando dal numero di Giga alla qualità dei Giga: una spinta significativa ad ampliare i servizi offerti rispetto ad azioni di re-pricing consentirà di ridurre le perdite del fisso, portando l’Arpu su un percorso di crescita. La penetrazione dell’ultrabroadband è attesa in aumento all’80% della base di clienti broadband di TIM entro il 2021 (dal 45% nel 2018).
Contenuti: rilanciare l’offerta come piattaforma di aggregazione Media attraverso la diversificazione rispetto ai competitor; stringere nuove partnership per arricchire il catalogo dei contenuti.
Business: diventare il fornitore di riferimento e top partner di qualità ICT per le PMI e proporsi come primario fornitore di soluzioni ICT per i grandi clienti. I ricavi da servizi ICT cresceranno in misura significativa, raggiungendo il 48% dei ricavi totali del segmento Large Business entro il 2021.
Wholesale: difendere la quota di mercato di accesso e mantenere la leadership nella copertura con l’ultrabroadband. È atteso che gli accessi in fibra raddoppieranno a circa 4,1 milioni nel 2021.
Tim Brasil: aumentare significativamente i clienti nel Mobile post-paid dal 36% al 50% circa della base clienti e incrementare i ricavi B2B al 25% rispetto al piano. L’UBB fissa residenziale è prevista a quota 1,2 milioni di clienti Fibra.
TARGET FINANZIARI 2019-2021
Ricavi di Gruppo Organici da servizi sono previsti in leggera riduzione (low single-digit) nel 2019 mentre una crescita (low single-digit) è prevista sia nel 2020 sia nel 2021
L’Ebitda organico di Gruppo è previsto in leggera riduzione (low single-digit) nel 2019, mentre una crescita (low single-digit) è prevista sia nel 2020 sia nel 2021
I ricavi da servizi Domestic sono previsti in leggera riduzione (low single-digit) nel periodo del piano con l’obiettivo di stabilizzarli dal 2020
L’Ebitda organico domestico è previsto in calo low single-digit/mid single digit nel 2019 e in crescita low single-digit sia per il 2020 sia per il 2021
I ricavi da servizi per Tim Brasil (al netto del fattore cambio) sono previsti in crescita del 3-5% nel 2019 e in crescita mid single-digit sia nel 2020 sia nel 2021
L’Ebitda in Brasile è atteso crescere mid/high single digit nel 2019 con la conferma di un target di Ebitda margin di almeno il 40% per il 2020
Domestic Capex attesi a circa 3 miliardi di euro annui
Capex per Tim Brasil attesi a circa 12,5 miliardi di reais cumulati nell’arco del piano triennale
Equity Free Cash Flow cumulato previsto attorno a 3,5 miliardi di euro nel periodo, da incrementare ulteriormente attraverso azioni non organiche attualmente non incluse
Riduzione dell’indebitamento di Gruppo con target attorno a 22 miliardi di euro nel 2021 prima delle operazioni non organiche
IL BILANCIO 2018
I ricavi dell’esercizio risultano in crescita rispetto all’anno precedente, sostenuti dalla forte prestazione in Brasile e dalla tenuta del comparto fisso Domestic, grazie all’incremento di linee Ubb (+ 73% YoY), con ricavi in crescita sia in ambito Business sia Wholesale. Sul mobile Domestic, Tim è best in class in termini di tenuta verso il nuovo entrante e gli altri operatori mobili virtuali.
Ricavi organici di Gruppo: 19,2 miliardi di euro (+0,5% YoY escludendo partite non ricorrenti)
Ebitda organico di Gruppo: 8,1 miliardi di euro (-3,4% YoY escludendo partite non ricorrenti); escludendo tutte le partite non lineari il dato risulta in diminuzione dell’1,1% YoY. Ebitda Reported di Gruppo a 7,7 miliardi di euro (-1% YoY)
Utile netto di Gruppo: 1,4 miliardi di euro su base normalizzata, escludendo la svalutazione di 2,6 miliardi di euro attribuita a Core Domestic e International Wholesale (partita non monetaria), oneri per ristrutturazione e altri oneri non ricorrenti
Capex di Gruppo pari a 4,2 miliardi di euro (-14,9% YoY) cui vanno aggiunti 2,4 miliardi di euro investiti per l’acquisizione delle licenze 5G in Italia
Indebitamento finanziario netto di Gruppo: 25,3 miliardi di euro, stabile YoY nonostante il pagamento della prima tranche delle licenze 5G per 0,5 miliardi di euro
Proposto dividendo su azioni risparmio pari a 2,75 eurocent