Quando Mark Zuckerberg ha dichiarato che il suo obiettivo della sua sfida personale per il 2018 (e per il 2019) sarebbe stato quello di “sistemare le cose che non vanno di Facebook”, forse ha sottovalutato la portata del suo impegno. Un discorso è fondare un’azienda, un altro è farla funzionare, e oggi i problemi di Facebook hanno assunto una dimensione sterminata addirittura quanto se non più dello stesso social network.
La sfera politica sta diventando sempre più significativa. L’ultimo messaggio da questo punto di vista arriva dalla visita del ministro per la cultura del governo del Regno Unito, che sta per incontrare Mark Zuckerberg nel suo ufficio del quartier generale di Facebook a Menlo Park, nel cuore della Silicon Valley. Gli argomenti sulla scrivania del giovane fondatore del social network sono vari, ma due in particolari toccano il cuore dei problemi che Facebook ha incontrato in questi mesi.
Con Jeremy Wright infatti Mark Zuckerberg parlerà la regolamentazione delle aziende tecnologiche nel Regno Unito e i modi per firmare la diffusione della disinformazione online. L’incontro avviene dopo che Zuckerberg ha più volte declinato l’invito fatto dal parlamento britannico a visitarlo per parlare direttamente e faccia a faccia con i legislatori del Regno Unito.
«Non vedo l’ora – ha detto Wright – di incontrare Mark Zuckerberg per discutere che cosa può fare di più Facebook per rendere sicure le persone che usano le loro piattaforme, mentre prepariamo un nuovo quadro normativo che rafforzerà la responsabilità di Facebook e di altre aziende tecnologiche nel tenerci al sicuro».
Il ministero dell’Interno della Gran Bretagna e il dipartimento della cultura pubblicheranno un white paper in cui illustreranno la loro strategia per contrastare questioni come il cyberbullismo e la pedofilia online. Il rapporto potrebbe includere un regolamento proposto simile a Ofcom, il watchdog britannico dei media, per monitorare i social media.
L’incontro arriva dopo che il capo del gigante tecnologico ha rifiutato più volte gli inviti per visitare il Parlamento britannico e rispondere alle domande del legislatore britannico. Un recente rapporto parlamentare sulla raccolta di dati degli utente di Facebook e lo scandalo di Cambridge Analytica definivano la compagnia un “gangster digitale” che si considera al di sopra della legge quando si tratta di privacy dei dati.
Facebook ha infatti dichiarato che 87 milioni di dati degli utenti sono stati condivisi in modo improprio con Cambridge Analytica. L’azienda è stata multata l’anno scorso dall’agenzia di protezione dei dati del Regno Unito per trattato in modo improprio i dati delle persone.
Recentemente l’azienda è passata all’offensiva, difendendo il proprio modello di raccolta dei dati degli utenti mentre vendeva annunci pubblicitari a società che si rivolgevano ai consumatori in base ai loro interessi e tipo di uso della rete.
Mark Zuckerberg ha anche iniziato a intensificare la sua presenza pubblica, comparendo di recente in un seminario con un professore di legge ad Harvard. La mossa era parte della “risoluzione del nuovo anno” di Zuckerberg per tenere più discussioni pubbliche sul futuro della tecnologia nella società.