Le nuove norme europee sul diritto d’autore saranno discusse in aula all’Europarlamento durante la seconda sessione plenaria in programma per il mese di marzo, dal 25 al 28. L’esame è stato calendarizzato dopo l’ok arrivato nelle scorse ore dalla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo.
Il testo era stato inizialmente approvato dal trilogo, e nella settimana successiva, il 20 febbraio, dai rappresentanti dei 28 Paesi Ue. In quell’occasione la presidenza di turno, che spetta alla Romania, aveva spiegato che il testo aveva potuto contare su un’ampia maggioranza, con il parere negativo di Italia, Olanda, Polonia, Finlandia e Lussemburgo.
Le nuove norme hanno l’obiettivo di garantire che i diritti e gli obblighi della legge sul Copyright si applichino anche a Internet, facendo in modo che allo stesso tempo il web resti uno spazio dove è garantita la libertà di espressione. Ciò comporta che i cossidetti snippets, come anche frammenti di articoli e di notizie possano continuare a essere condivisi, così come Gif e memes. Il testo specifica inoltre le norme non saranno applicate al caricamento di opere per enciclopedie online in modo non commerciale, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub.
Ieri il mondo italiano del libro si era espresso a favore della norma con una lettera aperta indirizzata agli europarlamentari italiani, invitandoli a votare sì. La normativa, scrivevano Rosa Maiello, presidente di Aib, associazione italiana biblioteche, Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) e Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione italiana librai (Ali), “introduce nuove eccezioni a favore della ricerca, della didattica e delle biblioteche, promuove nuove forme per rendere accessibili le opere fuori commercio e aggiorna gli strumenti per valorizzare il diritto d’autore come motore della crescita e innovazione culturale, preservandone al tempo stesso l’indispensabile funzione di libertà e di contrasto dei monopoli. Un compromesso che pone le basi per un sistema concorrenziale più aperto ed equilibrato, che tenga conto dei mutamenti occorsi nell’industria dei contenuti nell’era digitale”.