Il reddito di cittadinanza scalda i motori. Dopo il debutto del sito, parte anche il Sistema informativo per consentire l’attivazione e la gestione dei patti per il lavoro e dei patti per l’inclusione sociale, e per il monitoraggio, la valutazione e il controllo del beneficio. Lo prevede un emendamento del governo al decretone approvato dall’Aula del Senato. Il Sistema informativo si avvale di due piattaforme digitali dedicate al reddito: una all’Anpal, per il coordinamento dei centri per l’impiego, e l’altra al ministero del Lavoro per il coordinamento dei comuni, in forma singola o associata.
Nel dettaglio la “Piattaforma digitale del Reddito di cittadinanza per il Patto per il lavoro” rappresenta il cuore digitale dell’Rdc, insieme ad altri due sistemi IT: il sistema informativo unitario delle politiche del lavoro (Siupl) per il coordinamento die centri per l’impegno; il sistema informativo unitario dei servizi sociali (Suiss) per il coordinamento dei Comuni. Le piattaforme – si legge nel decreto – rappresentano strumenti di condivisione delle informazioni tra le PA centrali e i servizi territoriali sia tra centri per l’impiego e servizi sociali. Inoltre l’Inps mette a disposizione delle piattaforme dedicate all’Rdc i dati identificativi dei membri delle famiglie beneficiarie della misura, le informazioni sulla condizione economica e patrimoniale e sulle eventuali prestazioni erogate dall’istituto.
L’ Rdc può essere richiesto mediante modalità telematiche o presentate presso i Caf, centri di assistenza fiscale accreditati. Il modulo di domanda è predisposto dall’Inps, sentito il Ministero del lavoro e delle politiche sociali entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto. Le informazioni contenute nella domanda del Rdc sono comunicate all’Inps entro dieci giorni lavorativi dalla richiesta. Il Rdc è riconosciuto dall’Inps ove ricorrano le condizioni. Ai fini del riconoscimento del beneficio, l’Inps verifica, entro cinque giorni lavorativi dalla data di comunicazione, il possesso dei requisiti per l’accesso al Rdc sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelli delle amministrazioni collegate. L’Inps acquisisce, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dall’Anagrafe tributaria, dal Pubblico Registro Automobilistico e dalle altre amministrazioni pubbliche detentrici dei dati, le informazioni rilevanti ai fini della concessione del Rdc.
La spesa complessiva, prevista nella legge di Bilancio 2019, sarà di circa 7 miliardi per 5 milioni di persone appartenenti a 1.375.000 famiglie.