Le aziende americane stanno adottando i robot per l’automazione industriale a velocità record, installando macchine avanzate che eseguono compiti prima svolti da addetti in carne ed ossa. Nel 2018 le vendite di robot industriali alle imprese degli Stati Uniti hanno raggiunto il numero-record di 28.478 unità, un incremento del 16% rispetto al 2017, secondo i dati della Association for advancing automation svelati in anteprima da Reuters.
Abbattimento dei costi e flessibilità sono i principali vantaggi dei robot industriali che spingono le imprese a potenziare l’automazione. L’associazione di settore sottolinea che l’adozione tocca imprese di tutte le dimensioni e di tutti i segmenti produttivi, non solo l’automotive.
L’industria che ha guidato finora il trend dell’automazione in fabbrica ha infatti tagliato nel 2018 l’acquisto di robot: l’anno scorso, per la prima volta dal 2010, le aziende del settore auto e componenti sono scese sotto il 50% degli acquisti totali di robot industriali, contro il 60% del 2017.
Al contrario, è vero boom per l’automazione nelle industrie food e beni al consumo (+60% gli acquisti di robot) e elettronica e semiconduttori (+50%), settori, dicono gli esperti, che rispondono direttamente a condizioni poco favorevoli sul mercato del lavoro.
La crescita dell’automazione industriale potrebbe, infatti, essere una conseguenza non voluta delle politiche dell’America first del presidente Donald Trump. L’Association for advancing automation osserva che le misure con cui Trump spinge a riportare negli Stati Uniti larghe fette della produzione industriale ha convinto molte aziende a automatizzare il più possibile le operazioni in fabbrica per evitare assunzioni in massa di manodopera negli Usa che farebbe esplodere i costi e minerebbe la competitività sia nazionale che sui mercati globali.
I paradigmi di Industria 4.0 e dell’intelligenza artificiale che implicano una crescente automazione delle attività in fabbrica e la diffusione dei robot pongono delicate sfide per il mondo del lavoro. Il tema è stato al centro anche dell’ultimo World economic forum di Davos. Il Wef ha più volte sottolineato che solo la comprensione del fenomeno dell’hitech pervasivo e intelligente e lo sviluppo delle nuove competenze possono arginarne effetti negativi come la perdita di posti di lavoro e l’allargamento del gender gap.