Auditel apre al digitale e segna un punto di svolta nelle metriche di ascolto della Tv. Nelle nuove rilevazioni fanno il loro ingresso anche smartphone, tablet, computer e “i vari dispositivi Ott”. Permettendo in questo modo di “restituire” ai broadcaster una parte dell’erosione di ascolti registrata – causata da una mancata misurazione dell’ascolto – e offrendo uno strumento in più agli inserzionisti pubblicitari.
“Da dicembre 2018 Auditel ha avviato la produzione quotidiana dei dati sugli ascolti realizzati su device digitali – ha annunciato il presidente Andrea Imperiali presentando alla Camera la relazione annuale -. Il 2018 è stato per Auditel un anno di svolta” ha detto, spiegando che il passaggio alla misurazione dei vari strumenti Ott è stato sostenuto dal rinnovamento del panel, ampliato dalle 5.700 famiglie del 2017 al “superpanel” con 16.100 famiglie (corrispondenti a circa 41mila individui).
Si tratta di un “primato a livello internazionale”, che consente, ha spiegato Imperiali, di “fotografare, in maniera più nitida, la società italiana, delineando con maggiore precisione le classi socio-economiche del Paese”.
Con il passaggio alla raccolta “censuaria sui device digitali”, Auditel, ha inoltre sottolineato Imperiali, “si pone come infrastruttura digitale al servizio del nostro Paese e di numerose funzionalità pubbliche, quali la lotta alla pirateria, la tutela del diritto d’autore, la brand safety“.
I primi dati saranno resi noti entro i prossimi giorni. Il nuovo Standard Auditel per la rilevazione degli ascolti è stato realizzato, ha sottolineato Imperiali, “in tempi record, appena un anno e mezzo tra progettazione e realizzazione” e rappresenta l’unica soluzione a livello internazionale che misura gli ascolti, sia dei contenuti editoriali che della pubblicità”.
In particolare vengono rilevati, emerge dalla Relazione, gli stream effettivamente visionati dagli ascoltatori e non quelli semplicemente erogati o emessi dai diversi server (come avviene invece, si sottolinea, per tutte le metriche oggi sul mercato).
I primi risultati di analisi della ‘televisione oltre la televisione’ saranno resi pubblici, con cadenza quotidiana. Ma già da ora emergono alcune macrotendenze. La rilevazione dell’ascolto sui device digitali restituisce ai broadcaster una parte dell’erosione che ha interessato la tv tradizionale, un ascolto fin qui non misurato. I punti di ‘share addizionale’ appaiono complessivamente contenuti, ma, viene evidenziato, non si distribuiscono in modo lineare.