Il Mise pronto ad aprire un tavolo sulla crisi Selta. “La crisi dell’azienda Selta Spa viene costantemente monitorata dal Ministero dello Sviluppo economico e siamo pronti a convocare il Tavolo per discutere della situazione occupazionale e produttiva della società – dice oggi il Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial – La lettera di convocazione verrà inviata subito dopo che il Tribunale di Milano si sarà pronunciato sulla richiesta di concordato preventivo avanzata dall’azienda. La decisione del Tribunale è infatti necessaria per poter disporre di tutti gli elementi utili a fronteggiare la crisi dell’azienda e individuare così le soluzioni più efficaci per la tutela dei lavoratori delle sedi di Cadeo, Tectubi, Molinari e Tarasconi”.
Da febbraio l’azienda è in amministrazione straordinaria con il 95% dei lavoratori a zero ore: l’azienda entrata in una crisi economica profonda è stata costretta a portare i libri in tribunale.
“La crisi di Selta – scrivono i sindacati – non è finita ed anzi, se possibile, è peggiorata. L’azienda, che opera nel settore delle telecomunicazioni, dell’automazione e della cyber security, attualmente occupa 250 dipendenti in Italia. Nell’ultimo anno il management ha tentato una serie di operazioni di salvataggio che però, puntualmente, non hanno dato gli effetti sperati ed anzi hanno contribuito a peggiorare la situazione: nonostante un accordo che ha previsto un importante sacrificio da parte dei lavoratori non si è ottenuta la promessa ristrutturazione del debito con le banche, non è mai stato presentato il piano industriale che avrebbe dovuto rilanciare l’attività di Selta, non è stato prodotto un piano di concordato fallimentare nonostante le iniziali rassicurazioni circa l’esistenza di possibili acquirenti interessati a rilevare il gruppo”.
“In questa fase è assolutamente necessario che il ministero dello Sviluppo Economico convochi al più presto l’azienda e le rappresentanze sindacali, affinché si cerchino tutte le soluzioni possibili per il salvataggio dell’azienda e dei posti di lavoro.
Non è possibile – concludono che non si faccia nulla per salvare l’occupazione in un territorio come quello del comune di Tortoreto, riconosciuto dallo stesso ministero ‘area di crisi complessa’ a riprova di quanto siano già state pesanti le conseguenze della crisi degli ultimi anni”.