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Copyright, la svolta dell’Europa: via alle nuove regole. Battuti gli Ott

La direttiva è stata approvata dal Parlamento Ue con 348 voti a favore, 274 contro e 34 astensioni. Remunerazione per editori, giornalisti, artisti. Niente link tax né filtri. Ma BigG avverte: “Impatto negativo sulle economie creative e digitali”

Pubblicato il 26 Mar 2019

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Via libera la nuovo copyright. Il Parlamento europeo ha approvato la  direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, ponendo fine a tre anni di lunghi e difficili negoziati, segnati dalle polemiche per la necessità di garantire la libertà su internet e la giusta remunerazione ai titolari dei diritti autore. Il testo è stato approvato con 348 voti a favore, 274 contro e 34 astensioni. La direttiva entrerà in vigore due anni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ue.

La direttiva intende garantire che diritti e obblighi del diritto d’autore si applichino anche online. YouTube, Facebook e Google News sono alcuni dei nomi di gestori online che saranno più direttamente interessati da questa legislazione. Uno dei principali obiettivi è fare in modo che i giganti del web condividano i loro ricavi con artisti e giornalisti.

Le nuove norme dovrebbero rafforzare la possibilità per i titolari dei diritti (musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori e editori di notizie) di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme internet. Le piattaforme saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sui loro siti, compresi gli aggregatori di notizie. Alcune disposizioni sono state concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio di liberta’ di espressione.

La condivisione di frammenti di articoli di attualità (i cosiddetti “snippet”) è espressamente esclusa dal campo di applicazione, tuttavia il testo specifica che il testo deve essere “molto breve”: il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature e parodie è stato protetto, garantendo che “meme” e “GIF” continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online. Nel testo viene specificato che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale, come nel caso di Wikipedia, o su piattaforme software open source, come nel caso di GitHub, sara’ automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle consolidate. Le restrizioni del diritto d’autore inoltre non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica.

“Questo accordo è un passo importante per correggere una situazione che ha permesso a poche aziende di guadagnare ingenti somme di denaro senza remunerare adeguatamente le migliaia di creativi e giornalisti da cui dipendono”, ha detto il relatore del provvedimento, il popolare tedesco Axel Voss. Per essere adottato definitivamente, il testo della direttiva ora deve essere approvato a maggioranza qualificata dai governi dell’Ue. In un voto a febbraio, il voto negativo di Italia, Olanda, Lussemburgo, Polonia e Finlandia non era bastato per formare una minoranza di blocco.

Attualmente, le aziende online sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Sono obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti solo su richiesta del titolare. Tuttavia, ciò è oneroso per i titolari dei diritti e non garantisce loro un reddito equo. La responsabilità delle società online aumenterà le possibilità dei titolari dei diritti (in particolare musicisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori di notizie e giornalisti) di ottenere accordi di licenza equi, ricavando in tal modo una remunerazione più giusta per l’uso delle loro opere sfruttate in forma digitale.

I giganti del web devono condividere i ricavi con artisti e giornalisti

La direttiva mira ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet. Le piattaforme Internet saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sul loro sito, dando automaticamente agli editori di notizie il diritto di negoziare accordi per conto dei giornalisti sulle informazioni utilizzate dagli aggregatori di notizie.

Libertà di espressione

Numerose disposizioni sono specificamente concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà di espressione. Poiché la condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva, essa può continuare esattamente come prima. Tuttavia, la direttiva contiene anche delle disposizioni per evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino. Lo “snippet” può quindi continuare ad apparire in un newsfeed di Google News, ad esempio, o quando un articolo è condiviso su Facebook, a condizione che sia “molto breve”. Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche è stato protetto ancor più di prima, garantendo che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.

A chi non si applica la direttiva

Nel testo viene inoltre specificato che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia, o su piattaforme software open source come GitHub, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.

Diritti di negoziazione

Autori, artisti, interpreti o esecutori potranno chiedere alle piattaforme una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti qualora la remunerazione originariamente concordata fosse sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne derivano per i distributori.

Ricerca e beni culturali

L’accordo mira a facilitare l’utilizzo di materiale protetto da diritti d’autore per la ricerca che si basa sull’estrazione di testi e dati, eliminando così un importante svantaggio competitivo che i ricercatori europei si trovano attualmente ad affrontare. Viene inoltre stabilito che le restrizioni del diritto d’autore non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica. Infine, la direttiva consentirà l’utilizzo gratuito di materiale protetto da copyright per preservare il patrimonio culturale. Le opere fuori commercio possono essere utilizzate quando non esiste un’organizzazione di gestione collettiva che possa rilasciare una licenza.

Le reazioni

“Questo voto sul copyright è un grande passo in avanti” che “riduce la frammentazione” nel mercato unico digitale, ma ora “gli Stati membri devono fare pieno uso di queste salvaguardie nella legislazione nazionale”. Lo ha detto il vice-presidente della Commissione europea, Andrus Ansip, commentando su Twitter il voto dell’Europarlamento sul copyright. “So che ci sono molti timori su ciò che gli utenti possono o non possono fare”, ma “ora abbiamo chiare garanzie per la libertà di espressione, l’insegnamento e la creatività online”.

“Il Parlamento ha scelto di mettere fine all’attuale far-west digitale, stabilendo regole moderne e al passo con lo sviluppo delle tecnologie – evidenzia il  presidente dell’Eurparlamento Antonio Tajani – Il Parlamento ha dimostrato la sua determinazione a proteggere e valorizzare l’inestimabile patrimonio di cultura e creativita’ europeo. La nostra Unione potra’ cosi’ beneficiare di regole moderne ed eque per la tutela dei diritti d’autore per il più grande mercato digitale al mondo”.

“Le industrie culturali e creative sono uno dei settori più dinamici dell”economia europea, da cui dipende il 9% del Pil e 12 milioni di posti di lavoro – conclude Tajani – Senza norme adeguate per proteggere i contenuti europei e garantire un’adeguata remunerazione per il loro utilizzo online, molti di questi posti sarebbero stati a rischio, così come l’indotto”.

“La direttiva sul copyright è migliorata, ma porterà comunque ad incertezza giuridica e impatterà sulle economie creative e digitali dell’Europa – spiega Google – I dettagli contano e restiamo in attesa di lavorare con politici, editori, creatori e titolari dei diritti mentre gli Stati membri dell’Ue si muovono per implementare queste nuove regole”.

“Una bella pagina e una grande giornata per la cultura e l’Europa”, ha commentato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Ricardo Franco Levi.

“Giornata storica per i creatori di contenuti – dice Mogol, presidente Siae -Dopo cinque anni di discussioni e nonostante una massiccia campagna di disinformazione orchestrata dai giganti del web, oggi il Parlamento europeo ha adottato la Direttiva sul diritto d’autore. È una grande notizia, hanno vinto la ragione e la cultura sui soldi”.

“Le nuove tecnologie sono da sempre state al fianco dello sviluppo della cultura e della creatività. L’innovazione digitale ha permesso ai cittadini che ne hanno beneficiato una crescita culturale e lo sviluppo di nuovi modelli di business. Creatività e cultura sono valori che dobbiamo difendere sia a livello nazionale che europeo – commenta Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform – Accogliamo con favore l’esenzione del “text and data mining”, che garantirà, come abbiamo più volte richiesto, le opportunità di crescita per la ricerca e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale in Europa. Tuttavia, riteniamo, ancora una volta, che la direttiva nel suo complesso andrà a danneggiare il mercato digitale italiano e europeo. Riteniamo infatti che sarà molto difficile rispettare l’incerto e oneroso quadro di obblighi e responsabilità affidati alle piattaforme digitali. Per la nostra associazione sarà fondamentale la fase dell’implementazione, che seguiremo con attenzione, per la salvaguardia sia della libertà di parola dei cittadini, che della libertà delle aziende di fare business online incoraggiando i giovani ad essere creativi ed innovatori”.

“Esprimo piena soddisfazione per l’esito del voto di Strasburgo sulla direttiva copyright e ringrazio gli europarlamentari per il senso di responsabilità dimostrato – dice il numero uno Fieg, Andrea Riffeser Monti – È un passaggio importante, che consente a questa legge di concludere il suo iter di approvazione verso una più efficace difesa del diritto d’autore nello spazio digitale contemporaneo. È l’affermazione di un principio a tutela dei valori democratici europei di una stampa libera e indipendente e a garanzia della centralità del suo ruolo nella società contemporanea”.

Commenti anche dai sindacati. Per la Slc Cgil  la direttiva “rappresenta un avanzamento nella regolazione di un mercato strategico – la produzione e diffusione dei contenuti culturali – per l’Europa e per l’Italia e configura un nuovo spazio di affermazione dei diritti per i lavoratori della creatività”.

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