MOBILE WORLD CONGRESS

VoLte: le telco scaldano i motori

Chiamate e videochiamate in altissima definizione con servizi di collaborazione integrata: questa la nuova sfida degli operatori che in occasione del Mobile World Congress hanno testato sul campo le prime soluzioni voice over Lte. Ma per il debutto commerciale bisognerà aspettare il 2013

Pubblicato il 29 Feb 2012

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Chiamate e videochiamate su Lte, in altissima definizione, con tanto di servizi di collaborazione integrati. E’ questo l’orizzonte a cui lavora l’industria e va sotto il nome di VoLte (Voice over Lte). Un futuro che sta prendendo forma in questi giorni al Mobile World Congress di Barcellona.

Oggi per esempio Lg ha fatto, in fiera, il primo test pubblico di chiamata VoLte che permetteva agli utenti di passare, in modo dinamico e senza interruzione, dalla voce alla videotelefonia in alta risoluzione. L’avvento del VoLte segnerà una pietra miliare nel mercato, perché significa poter telefonare su reti Lte e quindi in modalità totalmente a pacchetto, su Ip. In altre parole, quando il VoLte sarà realtà scomparirà ogni traccia di tecnologia pre-internet dalle reti mobili e la transizione all’Ip sarà completa. Ci vorrà ancora un anno però. In prima linea sono gli operatori Usa, At&T, MetroPcs e Verizon, che di recente hanno annunciato il lancio del VoLte nel 2013. Per ora hanno fatto solo test in alcune città. Il VoLte funziona se integrato nelle reti e nei terminali; ma è una tecnologia standard ancora immatura (non è commerciale).

Come avvengono quindi ora le chiamate, su reti e su terminali Lte nei Paesi dove ci sono già (Usa, Germania, Corea del Sud, Svezia)? Con la tecnologia “Fall Back”, il cui senso è più o meno “arrangiarsi”. Visto che al momento il VoLte non c’è, gli operatori si arrangiano trasportando la chiamata dalla rete Lte a quella 3G, senza che l’utente se ne accorga o noti una differenza.

La chiama avviene insomma su 3G, anche se il terminale è connesso in Lte. E’ una tecnologia dual radio, che richiede quindi l’uso di due sistemi radio (3G e Lte). E’ una soluzione di comodo che però gli operatori vogliono superare in fretta, adottando quanto prima il VoLte. «Per vari motivi», spiega Sebastiano De Filippo, Responsabile Business Development di Qualcomm, che nel proprio stand al Mobile World Congress sta mostrando in questi giorni una demo con le differenze tra Fall Back e VoLte. «Il VoLte permette agli operatori di ottimizzare l’investimento fatto nelle reti Lte e di lanciare servizi a valore aggiunto, connessi con le chiamate voce, su piattaforma Ims», spiega.

Ottimizzazione: laddove c’è copertura Lte, per gli operatori ha più senso utilizzare interamente questa rete con i terminali abilitati; senza dover ricorrere al “vecchia” 3G. Nuovi servizi: con il VoLte le chiamate telefoniche potranno entrare interamente nell’alveo della piattaforma Ims (su Ip) e quindi consentire agli operatori di potenziare la propria offerta per il business con servizi di chat arricchita, videoconferenze e group collaboration. Il VoLte supporta inoltre le reti eterogenee: la chiamata continua anche se l’utente si sposta da macro celle a picocelle a hot spot Wi-Fi (purché con lo stesso operatore e in un sistema intelligente organico).

È possibile dal momento che si realizza l’obiettivo ultimo dell’Lte: abbattere le ultime barriere tra la voce e il mondo dell’Ip. Dovrebbe migliorare anche la qualità delle (video)chiamate. I ricercatori del tedesco Fraunhofer Institute hanno mostrato nei giorni scorsi il primo esempio di chiamate “Full Hd”, grazie al VoLte. Con una qualità di quattro volte superiore rispetto a una chiamata normale e doppia al confronto di quelle ad alta definizione. Si mira a creare un effetto “presenza fisica” anche per l’audio delle comunicazioni e questo potrà essere apprezzato soprattutto dall’utenza business.

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