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Beauty contest, countdown alla cessione di frequenze alle tv

Ei Towers, la nuova società delle torri controllata da Mediaset, “fiduciosa” sull’assegnazione dei canali ai broadcaster: “Resta da capire tempistica e modalità”. Confalonieri, affondo a Passera: “Demagogico”

Pubblicato il 01 Mar 2012

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"Siamo fiduciosi sul fatto che le frequenze (dell’ex beauty contest, ndr) verranno assegnate a operatori broadcasting e non telefonici". Lo dice Valter Gottardi, numero uno insieme a Guido Barbieri di Ei Towers, la nuova società delle torri di trasmissione nata dal matrimonio tra Dmt e Elettronica Industriale (Mediaset), la cui cabina di comando è nelle mani dei consiglieri indicati da Mediaset. Secondo Barbieri si tratta ora "di capire cosa intenda fare il governo sia dal punto di vista della tempistica sia delle modalità di assegnazione".

Prende dunque forma l’ipotesi alternativa al beauty contest messa a punto dal ministero dello Sviluppo economico guidato da Corrado Passera: salta l’assegnazione gratuita, bersaglio di violente critiche e giudicata dallo stesso ministro inadatta alle richieste di sacrifici per gli italiani. Al suo posto una gara onerosa per l’uso televisivo, a scadenza (si parla del 2018), delle frequenze nella banda 700 Mhz.

Ieri è stato il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, a lanciare un nuovo attacco alla sospensione del beauty contest: "Una campagna demagogica", ha detto.

Ma se sarà difficile "convincere l’Europa" sull’annullamento del beauty contest come ha detto il presidente Fedele Confalonieri (parlando a Vedrò, gruppo fondato da Enrico Letta, Angelino Alfano e Giulia Bongiorno), sarà anche difficile in sede europea difendere il "piano B" con l’assegnazione (sia pure onerosa) alle televisioni. Proprio ora che la Conferenza di Ginevra imprime una spinta alle comunicazioni mobili identificando nella banda 700 Mhz (quella del beauty contest) il secondo dividendo digitale.

Contenzioso in vista con i Paesi del Sudafrica le cui frequenze, riservate alle Tlc mobili (a partire dalle decisioni di Ginevra), rischiano di entrare in una doppia rotta di collisione con le frequenze in Sicilia: sia con quelle dell’ex beauty contest (i canali 54, 55, 58 e 59). Sia con quelle già assegnate a Mediaset, Telecom Italia Media, Telecapri e Dfree per trasmettere in digitale terrestre a partire dallo switch off programmato per giugno.

Un rinvio della data dello switch off per il 2012 viene chiesto anche dalle tv locali. Per mancanza di tempi tecnici, indennizzi adeguati per l’abbandono forzato delle frequenze e defiscalizzazione, liberalizzazioni, un numero maggiore di frequenze, stabilità della regolamentazione relativa alle numerazioni Lcn. Sono le richieste avanzate a Governo e forze politiche da Aeranti-Corallo e Frt.

Ma lo switch off, dice il sottosegretario allo Sviluppo economico, Massimo Vari, non può essere rimandato nell’interesse generale: il processo di digitalizzazione va avanti: "Stiamo però valutando la richiesta di non concentrare in una stessa data tutte le domande per partecipare al bando di gara di assegnazione delle frequenze per le sei regioni che devono ancora passare al digitale". Sul beauty contest, "Ne parleremo", ha detto.

Parlando a “Vedrò” associazione fondata da Enrico Letta, Angelino Alfano e Giulia Bongiorno, Confalonieri ha attaccato il ministro Passera: la sospensione del beauty contest, "una campagna demagogica che si riassume in quello che ha detto Passera. E cioè, se taglio le pensioni alla vecchietta devo regalare delle frequenze?". “Noi le frequenze le abbiamo comprate, mentre in altri Paesi le hanno avute dallo Stato – ha puntualizzato – Abbiamo investito un miliardo di euro nelle frequenze, non abbiamo avuto nessun regalo”. Il presidente Mediaset ha ricordato che, dopo l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Ue, l’ex ministro Romani aveva ideato il beauty contest. "Ora non so come possano rimetterlo a posto – spiega il manager -, non so come Passera convincerà l’Europa sul rispetto dei criteri" . Confalonieri ha infine auspicato che "venga sgombrato il settore dalla demagogia facile del berlusconismo e antiberlusconismo, perché oggi è un settore in cui è difficile operare" a causa della concorrenza dei giganti di Internet come "Google".

Intanto oggi il Sole24Ore pubblica un’intervista all’ad di Mediaset e numero uno di Publitalia, Giuliano Andreani. Il manager ha dichiarato che il gruppo ritiene sia arrivato il momento per investire "in modo massiccio" su Internet. Il Biscione punta a trovare entro l’anno un partner globale "con un colosso del web" – Apple o Google ma Andreani non esclude nemmeno i social network – che può avere una "pubblicità potenziale per centinaia di milioni". Ma Mediaset non si focalizzerà solo sulle strategie Web. Il gruppo vuole anche tagliare costi per 250 milioni di euro e rilanciare la pay tv. L’anno, secondo Andreani, dovrebbe chiudersi con più di 200 milioni di euro di profitti.

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