L’Intelligenza Artificiale non è solamente la parola chiave del futuro, ma siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione industriale, che sta già cambiando il mondo come lo conosciamo. Oggi siamo in grado di costruire macchine che sono effettivamente in grado di imparare e migliorare, e che quindi possono realmente essere utilizzate per elaborare e analizzare dati utili, anche all’interno delle abitazioni.
Ci troviamo infatti a vivere in un mondo con sempre più oggetti connessi, grazie all’Internet of Things. Ormai in ogni casa ci sono diversi dispositivi connessi – la media per famiglia è di 7. I dispositivi connessi hanno quindi bisogno di rete, e se pensiamo alle connessioni, nell’ultimo decennio abbiamo visto come i provider di servizi Internet (Isp) hanno spesso adottato una strategia che integra la tecnologia modem, portando l’internet ad alta velocità nelle case e la tecnologia Wi-Fi, che fornisce connettività wireless in tutto.
I dispositivi presenti nelle case sono in continua evoluzione. Se nel 2017 solamente un decimo degli smartphone aveva funzionalità AI integrate, ovvero la fascia premium, le previsioni di Gartner, la principale società di ricerca IT, prevedono che entro il 2022 l’80% degli smartphone avranno accesso a queste features.
L’IA è in grado di supportare l’evoluzione di diversi dispositivi del mondo IoT, da quelli ordinari (come lampadine e termostati) a quelli più avanzati (come gli assistenti intelligenti e gli elettrodomestici). I dati raccolti da sensori, microfoni e telecamere in questi dispositivi tecnologicamente più avanzati creano infatti diverse opportunità l’apprendimento automatico.
Spesso tutti questi passaggi si creano proprio all’interno del dispositivo stesso, per ragioni che vanno dalla privacy alla latenza più bassa e una maggiore affidabilità. Se pensiamo ad una videocamera di sicurezza domestica intelligente, la capacità dell’applicazione di realizzare un tracciamento facciale per analizzare localmente un feed video sulla telecamera consente di essere molto più reattivo, dal momento che non c’è attesa per inviarlo avanti e indietro tra la rete e il cloud per l’elaborazione. Questo tipo di progressi sono in parte dovuti all’utilizzo della biometria. I vantaggi in termini di tempo di risposta e larghezza di banda degli algoritmi di esecuzione localmente sul dispositivo sono importanti per molte funzionalità di intelligenza artificiale, ma è particolarmente importante quando sono sensibili al fattore tempo, come lo sono molti usi biometrici.
La capacità dell’IA di elaborare i dati vicino alla sorgente consente di sbloccare la bassa latenza, la massima privacy, un’affidabilità superiore e un utilizzo incredibilmente efficiente della larghezza di banda. Dobbiamo pensare all’AI all’interno del cloud come a un enorme cervello, l’intelligenza artificiale ai margini sarà una mente alveare di molti cervelli più piccoli che lavorano insieme in modi auto-replicanti e auto-organizzanti. L’intelligenza artificiale reagirà come gli uomini, imparando dall’ambiente circostante per poter prendere velocemente le migliori decisioni.
Elemento chiave per la rivoluzione della smart home è il Wi-Fi. Quest’ultimo in particolare è straordinariamente significativo per i progressi recenti delle reti mesh, le cosiddette reti intelligenti.
Si chiede alle reti velocità di connessione ma anche capacità. Come abbiamo visto, è infatti aumentata a dismisura la quantità di dispositivi che devono essere connessi in contemporanea: non solo PC e smartphone ma anche quella gamma sempre più ampia di dispositivi smart, dalle lampadine alle tapparelle, dagli apparecchi per pulire a quelli per ascoltare musica.
Le reti attuali devono necessariamente essere reti in grado di organizzarsi, anzi di auto-configurarsi per massimizzare la potenza e la copertura del segnale, anche e soprattutto nel contesto domestico.