La speranza di Mark Zuckerberg è che i regolatori possano giocare “un ruolo più attivo”. Insomma, che stabiliscano delle regole di governo della rete e non lascino al social network più grande del pianeta l’onere oltre che l’onore di trovare le soluzioni adatte, attirando oltretutto ondate di critiche, una dopo l’altra.
Per questo Zuckerberg ha scritto una lettera aperta, ovviamente pubblicata su Facebook ma anche sul Washington Post, nella quale spiega le regioni per cui sente la sua azienda sotto pressione perché la pubblica opinione ne percepisce i limiti nella capacità di regolare le differenti situazioni che la rete produce, e richiede in buona sostanza un “approccio standardizzato” per la rimozione dei contenuti che aiuterebbe a rendere “responsabili” le aziende internet.
I settori nei quali Zuckerberg vuole che i governi si esprimano con una regolamentazione – a questo punto, con qualunque regolamentazione – sono principalmente quattro: innanzitutto il settore dei contenuti pericolosi, perché servono regole chiare. Ma anche un meccanismo normativo che garantisca il corretto funzionamento delle elezioni stabilendo chiaramente cosa sia pubblicità politica e sino a che punto possa spingerci. Terzo punto, che è un altro riconoscimento alla Gdpr sulla privacy e la data protection, è che ci siano regole analoghe a quelle stabilite in Europa in tutto il mondo, con tanto di apparato sanzionatorio per chi le viola. E infine, quarto punto, la possibilità per gli utenti di trasferire i dati da una app all’altra.
“Aggiornando – scrive Zuckerberg – le regole per Internet, possiamo preservare ciò che c’è di meglio nella rete: la libertà per le persone di esprimersi e per gli imprenditori di costruire cose nuove, proteggendo al contempo la società da danni di più a più ampi”. La lettera di Zuckerberg – scrive Reuters – fa seguito a uno scoop del Washington Post in cui i giornalisti del quotidiano americano di proprietà di Jeff Bezos (Amazon) avevano rivelato che il Governo degli Stati Uniti e Facebook stavano negoziando una multa multimiliardaria per violazioni della privacy da parte della società.
Uno dei quattro punti toccati nella sua lettera da Zuckerberg riguarda la richiesta di una legislazione aggiornata sulla protezione delle elezioni, comprese nuove regole mirate alla pubblicità politica online che “riflettano la realtà delle minacce” affrontate dalle aziende che gestiscono social media (come Amazon). I servizi segreti e le forze dell’ordine americane, nota Reuters, hanno affermato che i cyber-troll russi hanno contribuito a diffondere contenuti falsi e vera e propria disinformazione tramite su Facebook durante le primarie e poi le elezioni presidenziali degli Stati Uniti nel 2016.