Amministrazione totalmente paperless e creazione di una biblioteca digitale in grado di "portare il Cnr al centro dell’attenzione della comunità scientifica mondiale". Sono alcuni degli obiettivi del Cnr presieduto da Luigi Nicolais che punta a un centro distribuito in poli per una migliore interazione con l’Università anche attraverso investimenti per decine di milioni di euro. E una maggiore presenza di ricercatori stranieri e più spazio per i giovani. Parlando a margine del simposio per i 50 anni dell’Istituto di genetica e biofisica, Nicolais ha annunciato di creare un’osmosi continua tra Cnr e Universita’ e un collegamento con il mondo delle imprese. Il modo per farlo e’ la creazione di poli dislocati in vari punti della citta’ in prossimita’, anche fisica, delle Facolta’ universitarie. ‘Investiremo una bella somma e sono tutti soldi del Cnr – dice Nicolais – quindi non abbiamo bisogno di aspettare nessuno e anzi acceleriamo con i tempi’.
Nel dettagli i poli del Cnr, spiega il presidente, saranno uno ingegneristico, un altro dedicato alla medicina nella sede di via Pietro Castellino presto ampliata con un investimento di circa 5 milioni di euro, un’altra decina di milioni circa andranno al polo di San Giovanni a Teduccio. Si aggiungono poi il polo dedicato alla tecnologia in zona Facolta’ di Ingegneria a Fuorigrotta, un polo agrario a Ercolano con 5 istituti che hanno gia’ ricevuto i fondi e uno umanistico all’interno del porto. ‘I tempi sono importanti – dice Nicolais – quando si parla di edilizia purtroppo diventano infiniti e questo non serve a nessuno’. Da qui l’appello alle istituzioni e in particolare al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, anch’egli intervenuto al simposio. ‘Anche senza soldi ci potete aiutare – dice Nicolais – attraverso la semplificazione e i tempi ridotti che sono comunque un’importante riduzione di spesa’.
Su tutto, per Nicolais, bisogna investire sui giovani. ‘Il compito del Cnr – dice – e’ quello di spostare la frontiera della conoscenza. Per farlo bisogna puntare sui giovani perche’ hanno la curiosita’ e la capacita’ di rischiare. Noi vecchi siamo bravissimi a coordinare, ma il lavoro deve essere fatto da loro che sanno ancora sognare’.