Un mercato in continua crescita, con un fatturato pari a circa 4
miliardi nel 2008, dove tuttavia persistono scarsa trasparenza,
condizioni sfavorevoli per i consumatori e tariffe all'ingrosso
che disincentivano l'ingresso degli operatori virtuali.
È il quadro che emerge dalla conclusione dell'indagine
conoscitiva condotta dall'Autorità Garante della Concorrenza e
del Mercato e dall'Autorità per le Garanzie nelle
Comunicazioni su Sms ed internet in mobilità. Secondo le due
Autorità, soprattutto nel settore degli Sms, che da solo fattura
oltre 2 miliardi di euro, ci sono margini di riduzione dei prezzi
sia al dettaglio che all'ingrosso, anche alla luce del
Regolamento comunitario in base al quale, dal prossimo 1 luglio,
gli Sms internazionali costeranno al massimo 11 centesimi per i
consumatori e 4 centesimi per gli operatori virtuali.
Le Autorità si attendono dunque che gli operatori sfruttino questi
spazi, senza che occorrano interventi ex ante di natura
regolamentare o ex post per garantire condizioni di equilibrio
competitivo tra i diversi soggetti sul mercato. È infatti evidente
che il quadro regolamentare italiano e l'applicazione della
normativa antitrust non possono consentire che il prezzo di un Sms
tra due città europee risulti inferiore al prezzo di un Sms tra
due città italiane, così come non è ammissibile che il prezzo
all'ingrosso sia superiore a quello al dettaglio, con
riferimento ai prezzi praticati per le offerte speciali.
Sms a "doppio prezzo" in Italia, prosegue la nota
congiunta dell'Antitrust e dell'Agcom, «il mercato, che
rappresenta il 60% del fatturato totale dei servizi oggetto di
indagine, sta crescendo a ritmi sostenuti (+40% nell'ultimo
biennio) e presenta ulteriori spazi di ampliamento» considerato il
fatto che il numero di utilizzatori di sms sul totale della
clientela si aggira inotrno al 47,9% rispetto a più dell'80%
del Regno Unito, di Germania e Francia.
Ma, proseguono le Autorità, circa il 62% degli utilizzatori paga
un prezzo unitario di 15 eurocent a fronte degli 11 eurocent
previsti dal Regolamento comunitario per gli Sms internazionali e
solo una minoranza degli utenti paga un prezzo molto più basso,
mediamente intorno a 1 eurocent, che porta la media complessiva a
3,5 eurocent. Non tutti i consumatori, dunque, prosegue
l'indagine, sono consapevoli delle opportunità offerte dal
mercato ed «è dunque necessario che gli operatori diano maggiori
informazioni sulle opzioni tariffarie disponibili».
Non solo. Per le Autorità «c'è spazio per raggiungere i
consumatori con una politica di prezzi più bassi», da favorire
con «l'ingresso nel mercato degli operatori virtuali mobili»
oggi però di difficile realizzazione che impedisce anche «la
possibilità di proporre offerte concorrenziali». Internet-email:
il settore ha garantito nel 2008 un fatturato pari al 38% del
totale dei mercati oggetto di indagine. Il solo accesso ad
Internet, prosegue ancora l'indagine, ha totalizzato 3 milioni
di utenti e ricavi per 748 mln di euro nel 2008 contro i 477 mln
del 2007. Ma, si legge ancora, «gli utenti hanno difficoltà
nell'orientarsi tra le offerte disponibili e nell'ottenere
indicazioni attendibili, oltre che sul prezzo, sulla velocità e la
qualità della connessione ad internet». Una difficoltà
dimostrata dal fenomeno delle 'bollette pazzè contro le quale
le due Autorità propongono «soglie automatiche di blocco della
spesa per il traffico dati, salvo rinuncia espressa
dell'utente».
I servizi dati in mobilità (accesso a internet tramite telefonino,
chiavette USB etc.) costituiscono, già da oggi e soprattutto in
una prospettiva di breve e medio periodo, un mercato tra i più
importanti per la telefonia mobile: nel 2008 hanno garantito un
fatturato pari al 38% del totale dei mercati oggetto di indagine.
Il segmento più rilevante in termini sia di volumi di traffico che
di ricavi è quello dell’accesso a Internet, con oltre 3 milioni
di utenti e ricavi passati da circa 477 milioni di euro nel 2007 a
748 milioni di euro nel 2008 (tabella 4). Si tratta di una crescita
che le due Autorità intendono garantire purché avvenga nel
rispetto dei consumatori finali, ai quali oggi vengono applicate
condizioni contrattuali decisamente sfavorevoli. Gli utenti hanno
infatti difficoltà nell’orientarsi tra le offerte disponibili e
nell’ottenere indicazioni attendibili, oltre che sul prezzo,
sulla velocità e la qualità della connessione ad internet.
Altrettanto difficile, come dimostra il fenomeno delle ‘bollette
pazze’, è controllare la spesa. Per questo le due Autorità
propongono che vengano previste soglie automatiche di blocco della
spesa per il traffico dati, salvo rinuncia espressa dell’utente,
in linea con il nuovo Regolamento sul roaming internazionale, che
introduce un meccanismo di blocco quando la bolletta raggiunge 50
euro, o un’altra soglia più elevata a scelta del
consumatore.
Ugualmente vanno rimossi i vincoli penalizzanti al recesso da parte
del cliente, spesso bloccato alle condizioni contrattuali
sottoscritte per periodi assai lunghi (anche due anni).
Loghi e suonerie
Anche il mercato della fornitura di servizi e contenuti (CSP o
content/service provider) è in forte evoluzione con un fatturato
pari a 368 milioni di euro nel 2008, per quanto riguarda in
particolare la fornitura di musica, giochi e video. Si tratta di un
segmento importante per gli operatori mobili ai quali il fornitore
di contenuti riconosce in media il 35% del prezzo pagato
dall’utente. Dall’indagine è emersa la necessità, anche alla
luce della tipologia dei fruitori di questi contenuti (giovani e
adolescenti), di introdurre procedure che garantiscano la
trasparenza dei contratti e soprattutto la consapevolezza del
contratto stesso, spesso sottoscritto senza una reale volontà del
consumatore. Occorre dunque inserire meccanismi che consentano di
verificare e, possibilmente, tracciare l’effettiva accettazione
da parte dell’utente del perfezionamento del contratto.
Ugualmente vanno introdotte procedure di disattivazione chiare e
semplici.
Scarica i risultati
dell'indagine in versione Pdf