Industria 4.0 è un termine ormai inflazionato a cui non sempre si riesce a dare concretezza. Perché una industria o un comparto si evolva realmente al proprio livello 4.0 è necessaria la coesione delle sue entità produttive, così come è necessaria la capacità di gestire i processi in maniera olistica ed efficiente, scegliendo, quindi, le giuste tecnologie da mettere in campo e digitalizzando i processi.
La digitalizzazione è il concetto alla base dell’idea di “Industry 4.0”, una visione completamente diversa ed innovata dell’industria, una visione in cui si va sempre più verso l’automazione delle operazioni, l’adozione dell’IoT, (Internet of Things) e delle sue applicazioni a vari livelli fino alla gestione delle comunicazioni Machine to Machine (M2M), l’utilizzo dei Big Data, l’apprendimento automatico dai dati, l’integrazione con la robotica e i processi di Intelligenza artificiale.
La Blockchain, ultima tecnologia emersa, unita ed integrata all’ecosistema tecnologico esistente, offre alle aziende un nuovo universo di strumenti di comunicazione, interazione e fiducia. Le nuove applicazioni industriali richiedono, infatti, un livello crescente ed evolutivo di sicurezza e protezione dei diritti e della privacy.
In un mondo di transazioni sempre più smaterializzate la prova dell’esistenza dei valori, servizi e prodotti sottostanti e della tracciabilità delle transazioni diventa importante, così come basarsi su record che conferiscono una integrità ai dati può essere un requisito fondamentale.
In questo senso la Blockchain ha tutte le carte in regola per cambiare il modo in cui le aziende digitalizzate si avvicinano al futuro.
L’impatto di questa tecnologia e le sue applicazioni in ambito industriale hanno avuto un tasso di crescita incredibile negli ultimi due anni. Secondo quanto riportato dalle statistiche elaborate da LinkedIn il numero delle figure ricercate in questo contesto è aumentato di 33 volte negli ultimi dodici mesi e se si cerca un lavoro in questo ambito, sul territorio italiano esistono più di 150 offerte mentre se si guarda agli Stati Uniti i risultati superano le 4.000 posizioni richieste. Il trend è evidente anche sulla seguitissima pagina BlockChain di Linkedin, così come è noto il progetto pilota del Mise con Ibm per la tutela del Made in Italy.
Il mercato del lavoro che cresce intorno a questa tecnologia non è però interessante solo dal punto di vista dei numeri ma anche dal punto di vista della qualità dei profili richiesti ed è questo che ricade alle realtà accademiche, come la Link Campus University ed altre, un impegno strettamente legate anche a queste nuove skills.
In un’ottica di pervasività tecnologica, le figure richieste sono assolutamente interdisciplinari. Si va infatti da profili tecnici, sviluppatori, Software Engineer, a Strategy Manager Quality Engineer, Analisti Blockchain come Information Security Analyst, Project Managers Blockchain, Blockchain Attorney o Legal Consultant, Blockchain Designer; Specialisti del Marketing fondato su Blockchain, Blockchain Technical Recruiter, tirocinanti in Blockchain, Blockchain Data Scientist e Research Analysts.
Tutti i settori, dall’assicurativo al finanziario passando per l’agricoltura, la logistica e la medicina come ben rappresenta un grafico dell’Osservatorio BlockChain e Distributed Ledger del Politecnico di Milano.