Le regole europee ostacolano gli investimenti nelle nuove reti da parte dei grandi operatori telecom: lo sostiene uno dei maggiori gruppi di investitori del settore, che aggiunge la propria voce al crescente coro di chi chiede un intervento “più leggero” da parte delle autorità dell’Ue in aree come la regolazione delle tariffe del rame.
In un sondaggio condotto tra fondi di investimento che gestiscono complessivamente asset per oltre 1.800 miliardi di euro, Credit Suisse (scarica qui lo studio) ha scoperto che più del 90% ritiene che le regole dell’Unione europea per il settore telcom non incoraggino gli investimenti, non permettendo di prevedere i ritorni e creando un sistema che prende troppo le parti del consumatore.
L’Ue ha richiesto il parere dei player del mercato su come le regole debbano essere usate per stimolare più investimenti in fibra e in generale la crescita economica. L’Europa suggerisce che si potrebbe anche abbassare il prezzo dell’accesso su rame per incoraggiare gli investimenti nelle nuove reti in fibra, che accelerano l’adozione dei nuovi servizi su banda larga.
Ma gli investitori sentiti nel sondaggio di Credit Suisse non condividono questo punto di vista, in linea con quanto sostengono le telco e l’associazione di settore, l’Etno, che anzi ha messo in guardia sul fatto che regolare il prezzo dell’accesso su rame farebbe contrarre le entrate degli operatori ostacolando i loro investimenti in fibra. La maggior parte degli investitori intervistati da Credit Suisse pensa al contrario che il modo migliore per promuovere l’Ftth sia creare una regolamentazione più prevedibile per l’accesso alla fibra.
Gli investitori si sono detti per il resto pronti a sostenere la visione della Digital Agenda europea: il 62% concorda sul fatto che una banda larga più veloce per i consumatori porterebbe a una crescita economica. Oltre il 70% pensa che i grandi gruppi telecom europei non investano abbastanza nelle reti di nuova generazione capaci di realizzare l’ultra-broadband.
Più preoccupante per il settore – finora considerato un porto sicuro per gli investitori per gli alti dividendi e i consistenti cash flow – la previsione data dal 60% degli intervistati, secondo cui le revenues nel settore mobile europeo scenderanno. E più del 90% pensa che scenderanno anche le entrate del business fisso, sottolineando come per le telco europee sia fondamentale allontanarsi dalle tradizionali attività verso nuove fonti di guadagno, come i dati.