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Twitter, guerra agli spammer: eliminati 100mila account

I profili, che veicolavano fake news e contenuti offensivi, erano stati ricreati dopo una precedente sospensione. Nella battaglia contro le “bufale” arruolato anche un algoritmo in grado di rilevarle e cancellarle in automatico

Pubblicato il 17 Apr 2019

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Parola d’ordine: bonificare Twitter. L’azienda parte con una operazione spettacolare di chiusura di centomila account che erano già stati bloccati in passato e rigenerati. Era una delle principali fonti di spam, contenuti offensivi e fake news. E intanto fa sapere che sono stati raggiunti dei risultati molto importanti per bonificare la piattaforma dei cinguettii, rendendola più “sana” e sicura, cioè com meno tweet offensivi, abusi, spam, incitamenti alla violenza e simili.

In pratica, il 38% dei contenuti offensivi viene bloccato automaticamente e in maniera proattiva, cioè senza bisogno delle segnalazioni degli utenti (che comunque restano molto importanti). Calano del 16% i contenuti abusivi da parte dei profili segnalati mentre c’è un incremento del 3% per quanto riguarda il numero di account sospesi entro le 24 ore dal momento della segnalazione. Rispetto al passato è in vigore un atteggiamento di tutela e salvaguardia della piattaforma social molto più proattivo, che non si basa più solo sulle segnalazioni degli utenti ma che impiega anche un team interno e sistemi automatici di analisi dei tweet. A giugno, spiega l’azienda, si potrà vedere la nuova modalità per adesso sperimentale che consente agli utenti di tenere riservati alcuni dei propri tweet o ad esempio le risposte ai tweet altrui, per consentire a tutti di avere un maggior controllo sulle proprie conversazioni.

Ma la mossa a sorpresa di Twitter è l’annuncio di aver bloccato (di nuovo) circa 100mila account che stavano mettendo in essere dei comportamenti di tipo abusivo. Gli account erano già stati precedentemente sospesi. La piattaforma social spiega anche che, rispetto a un anno fa, nel periodo gennaio-marzo è aumentato il numero di account “spenti” di circa il 45%. Il merito, sottolinea l’azienda, sta nella decisione di utilizzare un metodo proattivo di eliminazione dei contenuti, senza attendere la denuncia da parte di altri utenti.

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