LA QUOTAZIONE

Pinterest alza il tiro dopo l’Ipo, prezzo a 19 dollari per share

Debutto al Nyse: raccolti 1,43 miliardi di dollari e superata la valutazione di 12 miliardi stimata sul mercato privato. Ora inizia il trading; il social delle immagini dovrà tenere fede alle promesse, ma gli investitori premiano l’atteggiamento prudente

Pubblicato il 18 Apr 2019

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Pinterest prova a scacciare i fantasmi: dopo il flop di Lyft (che ha perso il 19% del valore dal debutto sul Nasdaq del 30 marzo), il social per la condivisione delle immagini ha effettuato con successo ieri  la sua offerta pubblica iniziale (Ipo) raccogliendo 1,43 miliardi di dollari alla Borsa di New York e inizierà oggi il trading sotto il simbolo PINS. Ieri ha raggiunto una valutazione di 12,7 miliardi, oltre i 12 miliardi stimati dagli investitori sul mercato privato, come riporta Reuters.

Il top management dell’azienda, guidato dal ceo Ben Silbermann, ha di conseguenza alzato il prezzo per azione a 19 dollari per azione rispetto alla più prudente forchetta di 15-17 dollari indicata la scorsa settimana.

La rivalutazione riflette l’esito degli incontri con i potenziali investitori nel corso del consueto road show che precede le quotazioni: il mercato ha mostrato interesse per i titoli del social delle immagini.

Pinterest aveva inizialmente optato per la cautela sul prezzo delle azioni, consapevole del mutato atteggiamento degli investitori, desiderosi di veder scambiati sul mercato pubblico i titoli degli unicorni, ma esigenti sui “fondamentali”. In particolare, Pinterest cerca di evitare la sorte di Lyft, la società californiana del ride hailing che si è quotata con successo al Nasdaq fine marzo ma ha visto scendere il valore del titolo nei giorni successivi.

Proprio l’atteggiamento prudente ha fatto la differenza tra le due operazioni, secondo gli analisti: Lyft, che l’anno scorso ha perso 911 milioni di dollari, cercava una valutazione di 24,3 miliardi, nettamente superiore alle stime del mercato privato (che valutavano Lyft 15 miliardi). Pinterest si è tenuta sempre entro la forchetta indicata dagli investitori privati.

Pinterest è la quotazione di più alto profilo per una società americana dei social media dopo Snap Inc nel 2017. Per Snap l’Ipo era andata bene, ma il titolo si è poi mantenuto sotto la valutazione iniziale.

Un buon risultato per Pinterest (il trading dei prossimi giorni dovrà confermarlo) è un segnale positivo per tutto il mercato, che attende la quotazione (a maggio) di un vero colosso, Uber: valutata 76 miliardi sul mercato privato, la società del ride hailing potrebbe mettere a segno un’Ipo da 100 miliardi di dollari, una delle più grandi di sempre.

Fondata nel dicembre del 2009 e attiva dal 2011, Pinterest è un marchio riconosciuto con 265 milioni di utenti attivi. Monetizzare la reputazione e la user base non è facile: il fatturato (quasi tutto generato dalla pubblicità) ammonta nel 2018 a 756 milioni di dollari, un balzo del 60% anno su anno, ma gli utili restano in rosso (-63 milioni, pur se in netto miglioramento rispetto al 2017).

In vista dell’Ipo l’azienda ha anche deciso di giocare la carta del rinnovamento del business: la scommessa che investitori e analisti dovranno valutare è la trasformazione della più utilizzata piattaforma per la condivisione delle foto in una piattaforma di e-commerce.

I finanziatori privati hanno infuso finora circa 1,5 miliardi di dollari nelle casse di Pinterest per alimentarne la crescita. Con un debutto in Borsa sotto i 12 miliardi di dollari, gli investitori più recenti andrebbero in perdita, mentre farebbero comunque ingenti guadagni gli investitori della prima ora con in mano quote importanti, colossi del venture capital come Bessemer Venture Partners, FirstMark Capital e Andreessen Horowitz. Il maggior singolo azionista di Pinterest è il suo co-fondatore e ceo Silbermann. Il 36enne imprenditore possiede l’11,4% delle azioni della società; l’altro co-fondatore, il 36enne Evan Sharp, oggi chief design e creative officer di Pinterest, possiede il 2,1%.

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