STRATEGIE

Prysmian si “rafforza”, siglato finanziamento da 1 miliardo

All’indomani della revisione del bilancio a causa dei problemi con Western Link la società sottoscrive una linea di credito a lungo termine con un pool di banche: “Confermata la fiducia nel gruppo”

Pubblicato il 19 Apr 2019

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Prysmian rinnova una linea di credito da 1 miliardo e rafforza in questo modo la propria struttura finanziaria. L’operazione arriva all’indomani della revisione dei conti a causa dell’interruzione del collegamento sottomarino e delle conseguenti richieste di risarcimento danni che hanno costretto la società ad accantonare 95 milioni.

Il finanziamento sarà frutto dell’accordo con un pool di banche nazionali ed internazionali – Bookrunners Banca IMI, Bnp Paribas, Citi, Crédit Agricole CIB, ING, Mediobanca e Unicredit – per il rinnovo di una linea di credito revolving di durata quinquennale: sostituisce l’analoga linea in scadenza: le risorse potranno essere utilizzate per attività d’impresa e legate al capitale circolante, incluso il rifinanziamento di linee già esistenti.

“L’elevato interesse delle banche invitate a partecipare – fa sapere la società – e le condizioni migliorative del nuovo contratto, confermano la fiducia del sistema creditizio nel Gruppo”.

“Anche se il gruppo oggi è di dimensioni molto maggiori – dice Giovanni Zancan, Group Finance Director – abbiamo preferito non aumentare, anzi leggermente diminuire, il numero delle banche di relazione partecipanti. È di grande soddisfazione il fatto che tutte le banche invitate abbiano accettato”.

Il rinnovo del finanziamento segue a ruota l’interruzione del collegamento sottomarino Western Link che ha messo a dura prova i conti della società che si è vista costretta ad accantonare 95 milioni e a riesaminare il bilancio consolidato e il progetto di bilancio d’esercizio relativi all’anno 2018. La conferma del dividendo e le stime sul 2019 avevano fatto comunque rimbalzare il valore del titolo del 3,37% a 15,93 euro.

Il 6 aprile era stato rilevato un problema che aveva determinato l’interruzione del collegamento sottomarino. Il Consiglio, sulla base delle valutazioni dei tecnici, ha comunicato la società, “ha ritenuto di effettuare un accantonamento per 70 milioni di euro. Tale accantonamento è a fronte delle penali previste contrattualmente, dei costi di riparazione e dei costi accessori relativi alla problematica occorsa il 6 aprile e a ulteriori riparazioni che si dovessero eventualmente rendere necessarie nel prevedibile futuro”.

E un ulteriore accantonamento, per 25 milioni, è stato deliberato a seguito delle richieste di risarcimento danni di alcuni clienti “conseguenti alla decisione dell’aprile del 2014 della Commissione Europea relativa a presunte condotte anticoncorrenziali nel mercato dei cavi ad alta tensione terrestri e sottomarini”.

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