Troppo care le frequenze per il 5G in Germania. L’allarme viene lanciato dall’opposizione (Fdp e Verdi) e dai sindacati, secondo cui il “salasso” a cui si stanno sottoponendo gli operatori Tlc potrebbe strozzare le loro capacità d’investimento nelle infrastrutture. Lo “spauracchio” è l’asta frequenze italiana – incasso totale per lo Stato di 6,5 miliardi – che ha contribuito alla crisi delle telco.
Dopo un rallentamento per le festività pasquali l’asta, ancora in corso, ha sorpassato quota 5,4 miliardi volando oltre le attese degli analisti, ma non si esclude il raggiungimento dei 6 miliardi.
Guida il gioco Deutsche Telekom che si è preso 13 blocchi, in gara contro Vodafone (12 blocchi), Telefonica Deutschland (9) e il nuovo concorrente 1 & 1 Drillisch (7), l’operatore mobile virtuale, rendendo più realizzabile il sogno del Ceo Ralf Dommermuth di diventare quarto operatore del Paese.
Secondo Reinhard Houben, portavoce del gruppo parlamentare dell’Fdp e membro del comitato consultivo della Federal Network Agency, lo Stato in realtà non dovrebbe puntare a fare cassa con l’assegnazione delle frequenze, applicando requisiti più severi per le coperture di rete. Inoltre, l’espansione delle reti dovrebbe essere basata non tanto sulla composizione numerica della popolazione perché questo porterà a uno sviluppo a macchia di leopardo.
Secondo Oliver Krischer, vice segretario dei Verdi, l’alto costo delle licenze rischia di far lievitare le tariffe 5G per gli utenti finali e ritardare l’espansione della rete mobile.
Per Christoph Heil del sindacato Ver.di “ogni euro che rimane nel settore è importante”. Ha aggiunto che gli operatori potrebbero essere costretti a chiedere prestiti più alti del previsto o a stringere alleanze con investitori esterni. Di conseguenza aumenterebbe la pressione sul settore Tlc con impatti sull’occupazione.