E’ soprattutto grazie al contenimento dei costi che Amazon ha segnato utili record per il quarto trimestre di fila, toccando da gennaio a marzo quota 3,6 miliardi di dollari. Nonostante abbia battuto il primato, infatti, il fatturato del colosso dell’e-commerce ha registrato un rallentamento, con il più basso tasso di crescita degli ultimi quattro anni. Sono le principali evidenze dell’ultima trimestrale di Amazon, che ha visto nel primo trimestre 2019 raddoppiare gli utili rispetto allo stesso periodo del 2018, quando si erano fermati a 1,63 miliardi di dollari. I profitti per azione sono passati da 3,27 a 7,09 dollari, superando così le attese del mercato, che prevedevano 4,70 dollari per titolo.
Quanto al rallentamento dei ricavi, hanno raggiunto i 59,7 miliardi di dollari, in rialzo del 17% rispetto a quelli da 51 miliardi di un anno prima e nella parte alta delle guidance che erano state fornite dall’azienda. Nello stesso periodo dell’esercizio precedente l’incremento annuo era però stato del 43%. L’azienda ha spiegato che sul fatturato hanno pesato cambi valutari sfavorevoli per 1,1 miliardi di dollari senza i quali il dato sarebbe salito del 19%.
In trend positivo le attività cloud di Amazon Web Services, che hanno generato vendite trimestrali di 7,7 miliardi (+41%), in linea alle stime degli analisti, con utili operativi balzati del 59% a 2,22 miliardi
A +36% e un valore di 2,7 miliardi la categoria “altri ricavi”, dove la parte principale è giocata dalla pubblicità, mentre le spese sono cresciute del 12,6%, l’incremento percentuale più contenuto di almeno l’ultimo decennio, rispetto al +41% dei primi tre mesi del 2018.
Le previsioni sul trimestre in corso della società guidata da Jeff Bezos prospettano ricavi tra i 59,5 miliardi e i 63,5 miliardi, in crescita rispettivamente tra il 13% e il 20% sul periodo aprile-giugno del 2018, con il consensus che fissa la cifra a 62,4 miliardi. Ma le previsioni, spiega Amazon, dono soggette a molta incertezza: “I nostri risultati sono intrinsecamente imprevedibili – si legge in una nota – e potrebbero essere condizionati significativamente da molti fattori”, come le “fluttuazioni dei tassi di cambio, cambiamenti nelle condizioni economiche globali e nelle spese dei consumatori, eventi mondiali”.